Corriere della Sera

Antitrust, 748 milioni di multe «Basta con i paradisi fiscali»

Il preconsunt­ivo 2019. Rustichell­i: non pagare le tasse frena la crescita. Il caso Apple

- Di Alessandra Puato

L’ultima supermulta ha colpito le gare sui servizi di vigilanza: 30 milioni per intesa restrittiv­a della concorrenz­a a Ivri, Italpol, Coopservic­e, Allsystem e Sicuritali­a, il 16 dicembre scorso. Dieci giorni prima c’era stata quella da più di dieci milioni a Wind 3 (4,3 milioni) e Vodafone (6 milioni) per pratiche commercial­i scorrette in violazione del Codice del Consumo sul winback, le offerte agli ex clienti: sms poco chiari e servizi aggiuntivi attivati senza il consenso del consumator­e.

Dicembre è stato un altro mese vivace per l’antitrust, che chiuderà quest’anno con 748,59 milioni di euro di sanzioni irrogate. Si conferma così l’accelerata. Nei sette anni 2011-2018 le sanzioni erano state pari a un miliardo e mezzo e nei 18 mesi gennaio 2018giugno 2019 hanno toccato quota 1,27 miliardi.

I dati 2019 emergono dal preconsunt­ivo annuo — in anteprima per il Corriere della Sera — dell’autorità garante della Concorrenz­a e del mercato, presieduta da un anno da Roberto Rustichell­i. Che ora torna sul tema delle tasse non pagate in Europa da big tech come Apple. L’argomento si preannunci­a centrale per il 2020. «L’utilizzo della leva fiscale per fare concorrenz­a sleale agli altri Paesi produce una distorsion­e estremamen­te grave, che mina l’idea stessa di un’europa solidarist­ica — dice il Garante —. Paradigmat­ica è la vicenda di Apple che in Irlanda ha prodotto decine di miliardi di utile, a fronte dei quali ha pagato lo 0,085% di tasse. Manterremo alta la nostra attenzione su questi pericolosi disallinea­menti».

Nel 2019 sono stati conclusi dall’antitrust in totale 1.770 procedimen­ti, dei quali 1.253 a protezione della concorrenz­a (71%) e 517 di tutela del consumator­e.

Le istruttori­e sono state 108 (29 per la concorrenz­a, 79 di tutela del consumator­e) e i provvedime­nti sanzionato­ri 84. Per la protezione della concorrenz­a in particolar­e sono state decise le multe più alte: 693,93 milioni di euro, corrispond­enti a 17 provvedime­nti sanzionato­ri. Per la tutela del consumator­e le sanzioni sono state invece di 54,66 milioni con 67 procedimen­ti conclusi. «Anche nel 2019 l’autorità ha dimostrato l’assenza di ogni pregiudizi­o — commenta Rustichell­i —. In materia di concorrenz­a 1.253 casi hanno dato luogo a 17 accertamen­ti dell’infrazione, mentre nell’ambito della tutela del consumator­e i casi esaminati sono stati 517 e hanno portato a 67 provvedime­nti». Fra le sanzioni, anche quella per il condiziona­mento di una gara pubblica (la Fm4) della Consip, la centrale acquisti della pubblica amministra­zione (235 milioni a diversi operatori del settore fra i quali Rekeep, l’ex Manutencoo­p e Romeo Gestioni).

Le multe sono sempre giuridicam­ente a rischio di essere azzerate, però. Com’è successo il 23 dicembre scorso, quando il Consiglio di Stato ha annullato la sentenza del Tar sulla delibera Antitrust del 2015 che sanzionava per 28 milioni di euro Tim e sei imprese di rete della telefonia, fra le quali Sirti, per violazione della concorrenz­a sulla manutenzio­ne della rete.

Ora, Rustichell­i rilancia sulla lotta ai paradisi fiscali: che non sono «a Panama, alle Cayman o nelle isole Vergini, ma in Europa e adottano l’euro», dice il Garante. E sollecita a far pagare le tasse alle multinazio­nali come Apple nei Paesi in cui lavorano. «Simili politiche incidono sulle possibilit­à di crescita dei Paesi. Basti ricordare che negli ultimi cinque anni il prodotto interno lordo italiano è cresciuto solo del 5%, mentre il Pil dell’irlanda del 65%, del Lussemburg­o del 16% e dell’olanda del 12%. L’europa deve ritrovare un autentico spirito di solidariet­à, anche attraverso politiche di sostegno ai singoli Paesi che però non si traducano in distorsion­i del mercato del lavoro».

Imposte

Secondo il Garante i paradisi non sono a Panama o alle isole Cayman, ma in Europa

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Alla guida Roberto Rustichell­i, 58 anni, il 20 dicembre 2018 è stato nominato presidente dell’autorità garante per la concorrenz­a e il mercato

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