L’aspra lezione di un secolo «sterminatore»
Una volta — era il 1996 ed eravamo a Formia — Vittorio Foa mi disse che il Novecento non gli sembrava affatto, secondo la definizione di Eric Hobsbawm, un «secolo breve» bensì un «secolo sterminato». Oggi che abbiamo alle spalle i cento anni che Isaiah Berlin all’inizio del libro Il legno storto dell’umanità (Adelphi), definisce il secolo più orrendo della storia, oggi il Novecento è finito? L’epoca del ferro e del fuoco, delle guerre mondiali e dei totalitarismi è dietro di noi e, tuttavia, il gran secolo delle masse, della bomba atomica e di un progresso scientifico senza eguali è sempre davanti ai nostri occhi come se non potessimo farne a meno. Perché? Forse perché c’è bisogno di capire il Novecento per creare qualcosa che non gli somigli.
È il senso del libro di Corrado Ocone La chiave del secolo (Rubbettino, pagine 171, 15). Il lettore si troverà in mano un testo ricco di pensatori come Ernst Nolte, Renzo De Felice, Augusto Del Noce, François Furet, Martin Heidegger, Hannah Arendt, Giovanni Gentile, Guido De Ruggiero, Friedrich von Hayek ma anche Jacques Derrida, Gianni Vattimo, Roberto Esposito.
Tuttavia, questa ricchezza di nomi gira intorno a un nucleo centrale che possiamo rintracciare in una frase del filosofo sul quale Ocone, allievo di Raffaello Franchini, si è formato: Benedetto Croce. Nel 1924 sulla rivista «La Critica» egli sottolinea che nel mondo moderno la fede degli uomini non potrà più essere quella medievale in cui si cercava un paradiso nel quale pacificarsi, ma, al contrario, sarà necessario accettare la lotta perché «nell’età moderna, la vita non scorre più idilliaca e sulla terra ferma; ma sul mare, e drammatica. E non è detto che chi naviga fendendo le onde, non possa godere anch’esso, a suo modo, la pace interiore e sentirsi congiunto con Dio». Ma nel Novecento, per quanto sembri paradossale, si è cercato proprio di superare in modo definitivo la lotta e persino le onde del mare per pacificare l’umanità in un mondo senza bisogni, senza limiti, senza il male e, alla fine, senza umanità. È questo il secolo sterminato e sterminatore di Foa. È la lezione che dobbiamo ancora davvero imparare: il progetto moderno naufraga quando concepisce come assoluto il suo metodo razionale.