Cechov ecologista, Jude Law di nuovo Papa, padri e figli
«La Lettura» Nel numero #422 dialogo a tre su «Zio Vanja» e l’attore intervistato da Teresa Ciabatti. E poi: generazioni sott’esame e gli anniversari di Raffaello e Beethoven
Palcoscenico, piccolo e grande schermo. Il nuovo numero de «la Lettura», il #422, in edicola per tutta la settimana, porta il lettore a teatro, in televisione e al cinema. Tra le pagine del supplemento s’incontrano il più contemporaneo tra i drammaturghi dell’ottocento, Anton Cechov, e il suo testo più contemporaneo tra temi economici, coscienza ecologica e fallimento esistenziale: Zio Vanja. Un nuovo allestimento diretto da Kriszta Székely il 7 gennaio arriva al Teatro Carignano di Torino; per l’occasione ne discutono Paolo Pierobon, che interpreterà il protagonista; Gabriele Lavia, che nel 1990 fu interprete e regista del testo; e Fausto Malcovati, docente di Letteratura russa che dice: «Cechov ci parla di problemi che sono i nostri».
Dalla Russia di Cechov si raggiunge il Vaticano di Paolo Sorrentino che dopo la serie tv The Young Pope (2016), ha creato e diretto il seguito dal titolo The New Pope, nove puntate in onda dal 10 gennaio su Sky Atlantic. Nella seconda serie arriva un nuovo Papa, Giovanni Paolo III (John Malkovich), ma torna pure il giovane Pio XIII interpretato, come già nel 2016, da Jude Law: Teresa Ciabatti l’ha incontrato a Londra per parlare di fede e timori, infanzia e paternità; perché l’attore inglese, che oggi compie 47 anni, ha 5 figli. L’intervista è seguita dagli scatti in bianco e nero realizzati sul set da un altro attore della serie, lo spagnolo Javier Cámara (il cardinale Gutierrez).
Si entra quindi nella sala cinematografica: Stefania Ulivi ha visto Pinocchio di Matteo Garrone con Massimo Ammaniti, psicopatologo dello sviluppo, che commenta: «Il film parla ai genitori d’oggi che non sanno fare da guida». La riflessione rientra in una sezione dedicata al rapporto genitori-figli, tema che ha dominato la narrativa del 2019, analizzato da Ida Bozzi e dallo psicoterapeuta Giancarlo Dimaggio. Padre e figlio ritornano anche nella graphic novel, una rilettura della
Favola di Natale di Giovannino Guareschi che Nazareno Giusti, prematuramente scomparso quest’anno, ha lasciato incompiuta; ora completata dai testi del figlio di Guareschi, Alberto.
L’ultimo numero del 2019 si proietta verso il 2020 e i suoi anniversari: con 12 pagine a più voci dedicate ai 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio e ai 250 dalla nascita di Beethoven. E con i sessant’anni dalla morte di Albert Camus (in un testo di Alessandro Piperno) e i cento dalla nascita di Isaac Asimov (protagonista della visual data). Inoltre: una recensione di Paolo Giordano e un racconto inedito del narratore greco Dimitrios Mamaloukas.