Corriere della Sera

Doma il vento conosce i suoi limiti non la paura

- Di Daniele Dallera

Più forte del vento, sì ha sfidato e vinto anche le raffiche che tagliano la pista, là dove si decolla, sul famoso salto di San Pietro, ma il nostro bomber delle piste, Dominik Paris, non fa una piega, non si scompone, si esalta addirittur­a e vince. Tiene i 120-121 chilometri all’ora dall’inizio alla fine, c’è chi va più veloce di lui, il norvegese Alexander Aamodt Kilde che tocca i 129 orari, ma come il campione azzurro fa scorrere i suoi sci, su quella pista che adora, dopo averla studiata, sperimenta­ta, analizzata in ogni sua trappola, nessun altro ci riesce. Alla fine della fatica, due discese due vittorie in 48 ore, dopo lo show di alto livello tecnico, diventa l’uomo che ride, il suo sorriso è un regalo per tutti, diventa contagioso e terapeutic­o, perché mette di buon umore e fa passare tutta l’ansia accumulata nell’assistere alla sua prestazion­e: ci si rende conto che quel volo dominando neve, ghiaccio, vento, salti, curve, angoli, su due sci, d’accordo di altissimo livello tecnologic­o, ma restano sempre due sci, unisce coraggio e armonia. L’uomo che vola e che ride ama la musica, ha un suo gruppo con il quale sfoga la sua passione per la chitarra, adora il suo piccolo Niko lui sì più vivace di una discesa libera, ma quando indossa il casco e si mette sugli sci, ammette di diventare un altro uomo, di cercare solo la velocità («è la mia condizione ideale, mi piace anche la moto, però la evito perché diventerei pericoloso...») e di «non provare paura perché conosco i miei limiti». Ecco forse per questo vince: conosce a fondo se stesso.

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