Corriere della Sera

L’asse Bonaccini-sala (e il partito delle città): da qui parte la riscossa

Il sindaco contro Borgonzoni. La Lega: toni sessisti

- dal nostro inviato Cesare Zapperi

IMOLA L’uno dice che non vuole appartener­e «alla sinistra che si accontenta di testimonia­re. Non voglio diventare un panda». L’altro è sicuro che dall’emilia-romagna salvata dall’assalto leghista «partirà la riscossa del centrosini­stra anche a livello nazionale».

Beppe Sala e Stefano Bonaccini, un sindaco (di Milano) e un governator­e (uscente) che mirano a fare della propria esperienza amministra­tiva un laboratori­o politico esportabil­e su scala nazionale. Si ritrovano sullo stesso palco in una sala dell’autodromo di Imola per una contingenz­a, la campagna per le Regionali del 26 gennaio, ma il loro orizzonte va al di là e mira a coinvolger­e in un unico progetto l’emergente «partito dei sindaci» (che annovera, tra gli altri, il barese Antonio Decaro, presidente dell’anci, il fiorentino Dario Nardella e il bergamasco Giorgio Gori), materializ­zatosi nella manifestaz­ione per Liliana Segre a Milano, e le energie che potrebbero spuntare dal movimento delle Sardine che, partito proprio da Bologna, tornerà nel capoluogo emiliano il 19 gennaio, giusto una settimana prima delle elezioni.

Perché il cammino possa proseguire il risultato del 26 gennaio è lo snodo fondamenta­le. Tanto da spingere Sala, sceso in Emilia-romagna per dare una mano all’amico, a usare toni e parole incendiari­e nei confronti degli avversari di Bonaccini. «La Borgonzoni (Lucia, la candidata del centrodest­ra di estrazione leghista, ndr) non sa neanche da che parte è girata — attacca il sindaco —. Lasciamola a Roma con le sue sciocche t-shirt, è vergognoso che la destra possa essere rappresent­ata da una persona che è andata alla Camera con quella maglietta» (il riferiment­o è alla maglietta “Parlateci di Bibbiano”)». La diretta interessat­a risponde via Facebook: «Fosse stato detto di una donna di sinistra sarebbe già stata dichiarata martire. Ma io ho le spalle larghe: agli insulti rispondo con il sorriso». La senatrice leghista Erika Stefani, parla di toni «misogini, sessisti e violenti». E Matteo Salvini: «È venuto in Emilia-romagna per insultare Lucia Borgonzoni. È una mancanza di rispetto per un avversario e per una donna. A sinistra perdono l’educazione quando sono preoccupat­i di perdere».

Ma Sala — che nell’intervista incrociata con Gerardo Greco in un ideale gioco delle parti sceglie di vestire i panni dell’attaccante, mentre Bonaccini preferisce un profilo più pragmatico — non le risparmia nemmeno al leader leghista. «Ha una visione autarchica e propone un ritorno ad un passato infausto. Lui e i suoi alleati ci vogliono portare alla rovina. Dice che mi sono montato la testa? Uno come me che ha lavorato 30-40 anni la testa non se la monta, semmai se la monta chi come lui è stato sempre sulle spalle del contribuen­te». In questo caso la replica arriva dal governator­e Attilio Fontana che invita il sindaco a non «fare il ganassa, dimentican­dosi la dimensione internazio­nale della Lombardia».

Il governator­e uscente rimane su un terreno più pragmatico. A colpi di slide spiega quanto di buono è stato fatto (dagli asili nido alla sanità) e quanto farà se rieletto. Indica la sua Regione come «un modello». «Sono in gioco i nostri valori e la nostra identità — chiarisce Bonaccini —. Qui c’è un’idea diversa da quella dei nostri avversari. Qui abbiamo saputo coniugare la crescita con lo sviluppo sostenibil­e». Gradisce il sostegno dell’amico Beppe, ma non chiama in soccorso i leader nazionali. «Per la Borgonzoni parla e fa tutto Salvini. Io non ho bisogno di balie e nemmeno intendo fare il ventriloqu­o per qualcuno» taglia corto Bonaccini. Per il quale dopo le manifestaz­ioni delle Sardine il clima è cambiato (e pare pronto a coinvolger­e un loro rappresent­ante nella futura giunta, se ci sarà). La sfida, visti anche gli ultimi sondaggi, pare aperta: «Se la politica ha paura quando il vento soffia contro meglio dedicarsi ad altro. Noi andiamo avanti: dobbiamo vincere. Da qui parte la riscossa per l’italia».

L’emilia-romagna

Il governator­e descrive la sua Regione come «un modello. Sono in gioco i nostri valori»

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Stefano Bonaccini e Beppe Sala ieri all’autodromo di Imola (Ansa)
Insieme Stefano Bonaccini e Beppe Sala ieri all’autodromo di Imola (Ansa)

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