Corriere della Sera

«Il governo deve cambiare passo Il Pd? Serve un nuovo soggetto»

- Maria Teresa Meli

Maurizio Martina, un governo che approva tutti i provvedime­nti “salvo intese” quanto può durare ?

«Il salvo intese c’è sempre stato, non lo scopre di certo questo governo. Ma non sfuggo al punto di fondo: alla ripresa di gennaio serve un salto di qualità effettivo nel modo di sentirsi parte di una sfida comune di cambiament­o del Paese. Se non si rafforza questo spirito è tutto più difficile».

Voi del Pd puntate alla verifica di gennaio, ma non pensa che comunque anche dopo quell’appuntamen­to Di Maio e Renzi continuera­nno a «scartare» come hanno fatto finora?

«Dovremmo tutti sentire la necessità di un cambio di passo, dopo aver condotto in porto la manovra di bilancio. L’esperienza insegna che quando si governa in coalizione nessuno a lungo andare ha rendite utili coi distinguo».

Non sarebbe meglio se Conte mettesse allo stesso tavolo Zingaretti, Di Maio e Renzi?

«Non discuto le modalità che sceglierà il premier per fare questo lavoro, mi interessan­o merito e metodo che la maggioranz­a si darà per la prospettiv­a. Certo non vedo nulla di male nemmeno nell’incontro dei leader. Fosse per me dovremmo anche trovare il modo di riunire insieme i parlamenta­ri della maggioranz­a per un confronto politico,

La spinta delle piazze Le piazze e i movimenti di questi mesi indicano un bisogno di protagonis­mo a cui dobbiamo rispondere con una forte novità di progetto

oltre i voti in aula».

Quali devono essere le priorità della verifica?

«Penso siano decisive due questioni: la condizione giovanile e quella dello sviluppo sostenibil­e. Serve una strategia d’intervento a partire da questi due punti cruciali per sostenere la crescita con nuovi investimen­ti e lavoro di qualità».

Sulla prescrizio­ne il M5S non cede: andrete avanti con la vostra proposta ?

«Il Pd ha fatto bene a presentare la proposta di legge, peraltro annunciata da tempo, e deve andare avanti. È un punto di equilibrio giusto al servizio dei cittadini. Mi auguro che la maggioranz­a trovi un’intesa avanzata su questo perché senza novità l’attuale formulazio­ne in vigore da gennaio non è sostenibil­e».

Anche lei crede che Conte sia un punto di riferiment­o per tutti i progressis­ti?

«Direi che oggi il premier è il solido punto di equilibrio per tutta la maggioranz­a e questo è il suo lavoro impegnativ­o».

Zingaretti ha proposto di fare un congresso: ci sarà anche un candidato alternativ­o alla segreteria ?

«Sono tra quelli che sostengono l’opportunit­à di un momento radicale di riprogetta­zione dopo le regionali. Serve un nuovo soggetto democratic­o. Le piazze e i movimenti di questi mesi indicano un bisogno di protagonis­mo a cui dobbiamo rispondere con una forte novità di progetto. Bisogna essere ambiziosi e non scontati e il Pd deve mettersi al servizio di questa prospettiv­a».

Non ha risposto, allora le chiedo: in caso di sconfitta in Emilia-romagna il segretario deve dimettersi ?

«No, non discuto questo scenario, sono fiducioso che Bonaccini e la coalizione possano vincere. Hanno lavorato bene e stanno proponendo agli emiliano romagnoli l’unica prospettiv­a forte per il loro futuro».

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