Corriere della Sera

«Io 5 ore sepolto nella neve Il cuore a 170, sono svenuto Poi il risveglio in ospedale»

Roberto e la tragedia sfiorata due anni fa in Valle Grana

- di Giusi Fasano

«Era un martedì, 6 marzo 2018. E chi se lo scorda più... solo a nominare la data rivedo tutta la scena. Entro nel pendio, faccio due o tre curve per capire come si comporta la neve. Mi fermo e sento un rumore simile a quello del vento. Guardo in alto e vedo un lenzuolo di neve enorme sopra di me che si stacca. Ricordo che in quei secondi il cuore mi è arrivato letteralme­nte in gola e non lo dico per dire: avevo un gps con il cardiofreq­uenzimetro che ha registrato tutto, il battito cardiaco è salito di botto a 170. La massa di neve mi è arrivata addosso in un momento e... vabbé, sono un uomo fortunato».

Fortunato è un po’ riduttivo. Diciamo pure che quel giorno la sorte ha deciso di graziare Roberto Ferrino, oggi 51enne, vita e lavoro da artigiano edile in provincia di Cuneo e una passione smisurata per la montagna. Quel 6 marzo fu travolto a quota 2500 metri e trascinato a valle per 200 metri da una valanga sul Viribianc, nell’area cuneese della Valle Grana. E rimase sepolto dalla neve per quasi cinque ore.

Lei lo sa, vero, che la sopravvive­nza media è inferiore ai 30 minuti?

«Certo che lo so. E lo sapevo anche allora. Quando ho finito di ruzzolare giù ho aperto gli occhi. Ansimavo ma respiravo e mi sono detto: non ho la bocca ostruita, niente panico, da qui esco di sicuro. DEVO uscire. Era un pensiero automatico di sopravvive­nza».

Quindi è rimasto cosciente tutte quelle ore?

«No. A un certo punto sono svenuto ma non saprei dire se è successo dopo un minuto o un’ora. Né sapevo se fossi a faccia in giù oppure no. Appena

ho cominciato a scivolare in mezzo a tutta quella neve ho perso ogni riferiment­o, oltre agli sci, ai bastoncini, al cappello, gli occhiali... Ho perduto anche un guanto, tanto che poi ho avuto alla mano un principio di congelamen­to».

Quando ha capito di riuscire a respirare ha provato a liberarsi?

«Mi ricordo che sono riuscito a muovere una gamba e ho pensato: allora non ho tanta neve addosso... sono riuscito a fare ipotesi molto molto positive (ride)».

Per esempio?

«Beh, quando ho mosso la gamba ho immaginato non solo di potermi liberare ma anche di rimettere gli sci e scendere come se nulla fosse.

La passione Ho ricomincia­to a sciare, l’ho fatto perché non volevo aver paura: è una questione di testa

Mi sono detto: vabbé dai, hai preso un bello spavento ma adesso ti rialzi, ti rimetti gli sci ai piedi e vai a casa senza dire niente a Cristina (la sua compagna, ndr). Pensavo di raccontarl­o solo a pochi amici per riderci su. E invece...».

Invece?

«Ho provato a muovere le braccia ma non ci sono riuscito, uno era bloccato dietro la schiena. Ho tentato di districarm­i ma era tutto inutile. Poi sono andato in blackout e mi sono svegliato il giorno dopo in ospedale. E tutti a dirmi che sono un caso più unico che raro... Lo so bene. In questi giorni tanti non hanno avuto la mia stessa fortuna».

Si riferisce agli incidenti mortali in montagna?

«Certo. Ogni volta che sento una di queste notizie torno al mio 6 marzo. La valanga sulla pista da sci è la più tremenda perché lì dovresti essere al sicuro. È uno strazio pensare ai morti, soprattutt­o a quei due bambini...».

Lei è tornato a sciare?

«Sì, lo stesso 2018. L’ho fatto perché non volevo e non voglio aver paura, è una questione di testa».

Cosa ha imparato dal suo 6 marzo?

«Soprattutt­o che in montagna non si deve mai andare da soli come feci io quel giorno. Dopo quel che mi è successo ho giurato a Cristina che non l’avrei mai più fatto e manterrò la promessa, ora non vado solo nemmeno nelle gitarelle in spiaggia. Anche perché non posso fare a meno di pensare alla sofferenza che lei ha patito finché non mi ha saputo vivo».

 ??  ?? Artigiano Roberto Ferrino, 51 anni, fa l’artigiano edile in provincia di Cuneo. Fu travolto da una valanga il 6 marzo 2018
Artigiano Roberto Ferrino, 51 anni, fa l’artigiano edile in provincia di Cuneo. Fu travolto da una valanga il 6 marzo 2018

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