Corriere della Sera

HA (RI)DATO ORDINE AL CALCIO NEL PAESE DEI SOSPETTI

- Di Daniele Dallera

Fa già discutere il nome, ci si divide sul genere, se femminile o maschile: «la Var» o «il Var»? Il Corriere Fiorentino fu il più lesto, già all’entrata in campo della tecnologia che aiuta l’arbitro, a chiedere un parere all’accademia della Crusca che pur preferendo «il Var» giustificò anche il femminile, perché si tratta dell’acronimo di «Video assistance referee», quindi la tecnologia. Noi preferiamo «la Var».

È diventata popolare quanto Ronaldo e Icardi, andando oltre il campo di gioco, invadendo naturalmen­te i social e rivelandos­i sul piano strettamen­te tecnico una rivoluzion­e, una svolta storica. Sul primo esempio sperimenta­le battezzato nel 2016 negli Usa, dove ad eccezione delle donne giocano poco e male, ma quanto a invenzioni tecnologic­he ci sanno fare, in Italia siamo stati tra i più veloci a utilizzare la Var, poi ci hanno copiato, per esempio gli inglesi hanno fatto gli schizzinos­i per un po’, l’hanno snobbata, poi l’hanno adottata anche loro. Così in Champions League, l’uefa l’organismo che governa il calcio europeo, non ha più potuto chiudere gli occhi, far finta di nulla, e ha dato via libera alla Var: senza non si poteva andare avanti, era un calcio diverso, antico.

In Italia, bisogna riconoscer­lo, siamo un po’ più casinisti, a volte si esagera. Un rigore, un fallo di mano, visionato alla Var, siamo riusciti anche a portarlo in Parlamento, dove ci sono state interrogaz­ioni sull’uso maldestro della tecnologia. Il sospetto, la manovra, il Grande Vecchio non è stato sconfitto nemmeno dalla Var. In certi casi sono persino aumentate le baruffe sui giornali e in television­e, perché se la Var doveva annullare i processi alla Biscardi, qui ha fallito. Al punto tale che è stato un giochetto per noi titolisti sbizzarrir­ci in fantasie tipo «Var west», «Var sport» (non lo sottolinei­amo certo per vanto) e altri slogan meno riusciti. Anche se la Var è riuscita nella sua missione, quella di aiutare, sostenere, agevolare l’arbitro, il mestiere più difficile del mondo. Non c’è dubbio che gli errori siano diminuiti, soprattutt­o quelli più vistosi.

Ma non tutti gli arbitri l’hanno capita, alcuni di loro, tra questi anche qualche loro grande capo, non l’hanno proprio accettata, c’è chi ne ha paura addirittur­a. La Var ha cambiato il calcio. Basta che non lo peggiori, questo il rischio più evidente. Ma anche qui c’è lo zampino dell’uomo, meglio la mano, e qui non si tratta di essere maschi o femmine.

Missione

È riuscita ad aiutare l’arbitro, il mestiere più difficile. Ora solo l’uomo può peggiorarl­a

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Un arbitro si aiuta con la «Video assistance referee»
Var Un arbitro si aiuta con la «Video assistance referee»

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