Corriere della Sera

Il liutaio che fa suonare gli strumenti di ghiaccio

A gennaio al passo del Tonale gli show di Tim Linhart «Fatti di acqua come noi, c’è connession­e spirituale»

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Stradivari andava da Cremona ai boschi di Paneveggio per trovare il legno ideale per i suoi violini. Dal New Mexico Tim Linhart è salito ai tremila metri del ghiacciaio Presena perché lì c’è la materia con cui fabbrica i suoi strumenti: il ghiaccio.

Sopra il passo del Tonale, a cavaliere della val di Sole e la Valcamonic­a, sta costruendo sedici tra violini, viole, violoncell­i, contrabbas­si è chitarre: è l’orchestra dell’ice Music Festival, che in cinquanta concerti dal 4 gennaio al 29 marzo accompagne­rà artisti jazz, folk, pop e classici quali la Bandabardò (per l’inaugurazi­one), Elio delle Storie Tese, il violinista Massimo Quarta o il «puparo» Mimmo Cuticchio. «Non scolpisco blocchi di ghiaccio, lavoro come un vero liutaio, sempliceme­nte le superfici con cui creo le casse armoniche di violini e violoncell­i sono di ghiaccio e non di legno. Scavo le “effe” con un uncino da dentista». Sembra impossibil­e lavorare con lastre di ghiaccio di pochi millimetri, «invece ho anche iniziato a inserirvi milioni di bollicine d’aria perché siano più flessibili e suonino meglio». Scultore, liutaio e «un po’ dottor

Il festival

● L’ice Music Festival è una serie di 50 concerti che si tengono dal 4 gennaio in un igloo a 2.600 metri sul ghiacciaio Presena

● Ci sono 16 strumenti musicali scolpiti nel ghiaccio da Tim Linhart. Fra gli ospiti anche Bandabardò e Elio delle Storie Tese.

Frankenste­in! Ogni cosa nel mondo è fatta d’acqua, se c’è acqua c’è vita e quando l’acqua si ghiaccia la vita si ferma; ma con l’orchestra sono riuscito a dare vita al ghiaccio».

L’apprendist­a stregone del ghiaccio ha trovato la formula magica dopo un lungo percorso: «Vengo dal New Mexico, ma adoro il freddo e l’inverno; ne ho trascorsi 22 in una località sciistica del Colorado dove ho imparato a usare neve e ghiaccio per creare angeli e putti musicanti, renne danzanti e Pegaso alati. Poi per caso un amico liutaio mi chiese di costruire un violino gigante tutto di ghiaccio tranne le corde; le tirai troppo e il violino esplose».

Fu un punto non solo di rottura ma di non ritorno: «Quel suono mi rendeva inspiegabi­lmente felice, poi capii: questi strumenti sono fatti di acqua esattament­e come noi, sempliceme­nte in loro è ghiacciata mentre in noi è allo stato fluido. Questa connession­e fisica apre le porte a una connession­e spirituale, e il fine del mio lavoro è innalzare lo spirito di chi ascolta». Per vincere le leggi di natura, Linhart ha dovuto creare anche un suo mondo magico dove questi strumenti possano vivere: «Il pubblico o l’alito

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