Corriere della Sera

La lunga vacanza (inspiegabi­le) del nostro calcio

- Di Beppe Severgnini

Fermare il calcio italiano mentre la gente avrebbe tempo di goderselo — i giorni di Natale e Capodanno, freddo fuori, famiglie riunite e televisori accesi — è un controsens­o. Ecco le argomentaz­ioni a favore della sosta: la fatica, lo stress, il clima! Ma in Inghilterr­a fanno meno fatica e c’è più caldo?

Mi chiedo se i giocatori, gli allenatori e i presidenti di serie A abbiano guardato un po’ di television­e, in questi giorni, durante le loro lunghe, inspiegabi­li vacanze. Magari Arsenal-chelsea, con il debutto di Art eta in casa, oLeic ester liverpool: una squadra sorprenden­te contro una squadra fortissima (stravince quest’ultima). Be’, i profession­isti del nostro calcio sappiano che, in tanti, abbiamo guardato il calcio degli altri. Che non si è fermato. E il basket Nba, che ha riempito festosamen­te l’intera giornata di Natale. Così si conquista il pubblico, così si tengono i clienti e se ne trovano di nuovi: offrendo quel che chiedono, quando lo chiedono. Fermare il calcio italiano mentre la gente avrebbe tempo di goderselo — i giorni di Natale e Capodanno, freddo fuori, famiglie riunite e televisori accesi — è un controsens­o. Un tentativo di giocare in questo periodo è stato fatto, l’anno scorso, di malavoglia: non è stato ripetuto. Conosciamo le argomentaz­ioni a favore della sosta: la fatica, lo stress, il clima!

Premier e Nba

La Premier e la Nba a pieno ritmo, noi ci fermiamo: una scelta miope

Ma la fatica non è uguale per i calciatori di Premier League? E lo stress? È maggiore, considerat­o che quelli giocano ogni partita di fronte a mezzo mondo. E il clima? Secondo voi, a Capodanno, è più mite a Napoli o a Newcastle? L’industria del calcio italiano — Federazion­e, Lega, sindacato calciatori — dica quel che vuole: ma sta sbagliando, e ne pagherà le conseguenz­e. Fermarsi durante le vacanze invernali — quando gli appassiona­ti hanno voglia e tempo di guardare le partite — è una palese assurdità. È come se i maestri di sci si mettessero in ferie d’inverno, e i bagnini prendesser­o le vacanze d’estate. Gli interessi immobiliar­i milanesi del neorossone­ro Zlatan Ibrahimovi­c sono interessan­ti (farà più rogiti o gol, nel 2020?).

Ma è triste occuparsi di queste cose, o del possibile scambio Politano-llorente, mentre il calcio giocato, negli stadi inglesi, esplode di azioni, di gol, di pubblico e di colori. Ed è miope rinunciare alla possibilit­à di conquistar­e nuovi appassiona­ti. Il televisore acceso, durante le vacanze, intercetta anche un pubblico più femminile e più giovane: il più prezioso. Perché mio figlio Antonio, 27 anni, ogni tanto va a Londra con tre amici per vedersi allo stadio una partita del Fulham e del Crystal Palace? Perché conosce il fascino del calcio inglese (odore d’erba e di birra, quello che Brexit non cambierà). Come l’ha intuito? Un po’ dal padre (spero!); ma molto dalla television­e. Se proprio vuole ridurre gli impegni, il calcio italiano parta più tardi: delle partite in agosto possiamo fare a meno. Ma non rinunci alla stagione d’oro di Natale e Capodanno. I giocatori sono giovani profession­isti e hanno carriere brevi: le sfruttino. Per guardarsi l’ombelico su una sdraio ai tropici avranno tempo più avanti.

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