L’ira di Casaleggio: da parlamentari M5S falsità su di me
«Parlano di lobby e conflitto d’interessi ma mi risulta che 120 di loro abbiano quote in aziende»
Un lungo post sui social dettagliato e ruvido, insolito per un uomo di poche parole come Davide Casaleggio. Ma la sua autodifesa, più che una replica alla stampa, è un attacco diretto ai parlamentari del suo Movimento. Perché da giorni si moltiplicano le critiche e l’ultimatum sulle rendicontazioni sta facendo esplodere il malumore interno, unendo motivazioni economiche a quelle politiche provocate dalle recenti nomine che hanno aumentato il tasso di permeabilità del Movimento all’associazione Rousseau e ai fedelissimi di Casaleggio.
Il figlio del fondatore specifica subito di avere aspettato
Avessi davvero voluto i soldi avrei potuto aspirare a una nomina da qualche centinaia di migliaia di euro
la chiusura della legge di bilancio per smentire «cose completamente inventate e altre verosimili, ma appositamente incomplete». Dieci accuse che si concludono con lo stesso aggettivo: «Falso». La prima smentita è sul fatto che la Casaleggio associati guadagni di più da quando il Movimento è in Parlamento. I dati a conforto della tesi sono il fatturato e utile del 2007 — 2,7 milioni e 617 mila euro — confrontati con l’ultimo anno: 2 milioni di fatturato e 181 mila euro di utile.
Casaleggio nega di «assistere» il Movimento per soldi: «Non siamo una multinazionale ma una Pmi. Avessi voluto i soldi, avrei potuto aspirare a una nomina da qualche centinaia di migliaia di euro». Falso anche che la Casaleggio Associati sia «una società di lobbying» e che la società di trasporto marittimo Moby, che avrebbe finanziato sia Casaleggio sia il blog di Grillo, sia stata favorita dal Movimento nelle sue attività parlamentari e governative.
Nella sua furia difensiva, Casaleggio nega ogni conflitto d’interesse e pure quello con Grillo. Ma ribalta le accuse sugli eletti: «Sarebbe interessante sapere se i parlamentari che oggi si riempiono la bocca con attacchi nei miei confronti abbiano società di proprietà o quote in diverse di esse per le quali abbiano presentato direttamente in qualità di parlamentari, qui sì con potere di firma, delle leggi o emendamenti che abbiano avuto impatto sulle loro aziende. Mi risulta che 120 parlamentari abbiano una quota di un’azienda».
Casaleggio contesta anche di aver «scritto il piano innovazione», dopo la polemica dei giorni scorsi: «Sono contento di aver messo a disposizione gratuitamente i miei studi. Se può servire a parlare di innovazione in Italia, si tolga pure il mio nome dai ringraziamenti».
Dopo aver negato che la Casaleggio
sia «come Cambridge Analytica», passa all’ultimo presunto «falso»: che la Casaleggio associati riceva soldi dai parlamentari. In effetti no, gli eletti (anche a livello locale) devono versare 300 euro al mese all’associazione Rousseau. Che gestisce la piattaforma dei 5 Stelle. E ha quattro soci: Massimo Bugani (che ora lavora con Virginia Raggi), Pietro Dettori (responsabile del Blog M5S), Enrica Sabatini (facilitatore al coordinamento dei 5 Stelle). E Davide Casaleggio, che ne è presidente, tesoriere e amministratore.