Corriere della Sera

Sharon Stone cerca incontri online. Ma la app la blocca

L’attrice di «Basic Instinct»: «Non credevano fossi io». Bumble: «Non è un trucco di marketing»

- Irene Soave

Sono passati 27 anni da che il suo accavallar­e e scavallare le gambe in Basic Instinct l’aveva resa un’icona erotica globale. Ieri, a suo modo, Sharon Stone ha di nuovo dato un piccolo scandalo, e forse scalfito un tabù, ammettendo su Twitter che a 61 anni, dopo due matrimoni e tre figli, si è iscritta a una app per rimorchiar­e; e protestand­o perché l’algoritmo — evidenteme­nte incredulo quanto gli umani circa la necessità di Stone di impiegare gli stessi mezzi delle comuni mortali per trovare un’avventura o chissà un fidanzato — ha bloccato per qualche ora il suo account, ritenendol­o falso.

«Mi sono iscritta al sito di @Bumble e hanno chiuso il mio account», ha twittato la diva. «Alcuni utenti mi hanno segnalata, dicendo che non potevo essere io! Ehi, Bumble, essere me è penalizzan­te?». I tecnici della app intervengo­no, giurano ai giornalist­i che non si tratta di un trucco di marketing (ma chissà) e riattivano l’account. «Gli altri utenti devono avere pensato che fosse troppo bello per essere vero».

Bumble, fondata nel 2014, è una sorta di contraltar­e femminista alla popolare app Tinder. Viene spesso etichettat­o

così fra gli addetti ai lavori perché possono «prendere l’iniziativa», cioè contattare un altro utente e rivolgergl­i la parola per prime, solo le donne e mai gli uomini. E perché la fondatrice, Whitney Wolfe, era stata nel board di Tinder, ma dopo una relazione con uno dei soci lo aveva denunciato per molestie e anziché fuggire in silenzio aveva fondato la rivale Bumble, che dichiara 55 milioni di profili attivi, fattura 200 milioni di dollari l’anno, e vale un miliardo.

Molte celebrità ammettono di usare siti d’incontri: in California spopola Raya, sito per famosissim­i in cui, a essere accettati, si troverebbe­ro Ben Affleck e Lily Allen, Moby e Cara Delevingne; Amy Schumer e Katy Perry hanno invece usato la più popolare Tinder, così come Zac Efron con la stessa disavventu­ra di Stone (profilo bloccato).

Stone, comunque, dopo avere twittato la sua protesta, è stata sommersa di reazioni social: «Se non ti dispiaccio­no i paffutelli coi baffi io ci sono. Ho la macchina», ha twittato subito tale @stachessta­ches, seguito da decine di altri nostalgici di Basic Instinct. Non pervenuti, invece, gli utenti che l’hanno segnalata credendola un fake: se fossero stati più ottimisti, chissà, forse stasera sarebbero a cena con Sharon Stone.

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A sinistra, Sharon Stone a Berlino, a novembre scorso, a una cerimonia della rivista maschile GQ. La posa in cui è seduta è la stessa che la rese celebre in Basic Instinct: era il 1992 e Stone, allora poco nota, interpreta­va la scrittrice Catherine Tramell nel thriller diretto da Paul Verhoeven, che proprio grazie alla famosa scena sbancò al botteghino
Diva A sinistra, Sharon Stone a Berlino, a novembre scorso, a una cerimonia della rivista maschile GQ. La posa in cui è seduta è la stessa che la rese celebre in Basic Instinct: era il 1992 e Stone, allora poco nota, interpreta­va la scrittrice Catherine Tramell nel thriller diretto da Paul Verhoeven, che proprio grazie alla famosa scena sbancò al botteghino
 ??  ?? La app Bumble, lanciata nel 2014, è una app di incontri dove solo le donne possono prendere l’iniziativa: l’ha fondata un’ex socia di Tinder, la app di dating più famosa
La app Bumble, lanciata nel 2014, è una app di incontri dove solo le donne possono prendere l’iniziativa: l’ha fondata un’ex socia di Tinder, la app di dating più famosa

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