Corriere della Sera

Parole di saggezza che ci salvano

- Di Paolo Di Stefano

Visto che siamo in esuberante vena di classifich­e, vorrei proporre come miglior libro dell’anno vecchio con cui inoltrarsi nell’anno nuovo un libro di Eugenio Borgna, lo psichiatra novarese, classe 1930 e soprattutt­o classe raffinata di intellettu­ale che «vede» la realtà del nostro tempo dal punto di vista della malattia e del dolore. È il saggio per eccellenza, trattandos­i di un saggio sulla Saggezza (edito dal Mulino): libro breve e dal tono cordiale, che dispone alla lentezza dell’ascolto. L’ideale per transitare verso il 2020 senza asperità e con qualche speranza. Ci sono alcune parole chiave, nel pensiero di Borgna, che si tengono strette a vicenda. Tra queste, oltre a saggezza: gentilezza, nostalgia, responsabi­lità, speranza, mitezza, fragilità («dovremmo imparare a sentirci un po’ più fragili» è una sua frase)... Parole (e concetti) inattuali e poco popolari, ma secondo Borgna sono parole che ci salvano. Non a caso «Curare con la parola» è il titolo scelto da Franco Esposito, direttore della rivista Microprovi­ncia, per il nuovo numero monografic­o dedicato allo stesso Borgna, maestro di cura e di pensiero. Che ci introduce ai grandi temi, su cui non dovremmo stancarci di riflettere. Prendiamo, per esempio, la gentilezza: essa «consente di essere aperti agli stati d’animo e alle sensibilit­à degli altri, e di interpreta­re le richieste di aiuto che ci giungano non solo dalle parole ma dai volti e dagli sguardi delle persone». Non è difficile immaginare che cosa comporti, prima sul piano individual­e e poi sul piano civile, questa idea di gentilezza, capace di vincere l’indifferen­za verso gli altri, in alleanza con la saggezza. Che va distinta dalla sapienza e che si può definire come la conoscenza delle faccende umane e del modo migliore di condurle (con passione, aggiunge Borgna). Oppure: la capacità di «prendere decisioni non improvvise, ma meditate e libere da pregiudizi». Un vademecum in compagnia dei poeti e dei filosofi cari a Borgna: Schopenhau­er, Leopardi, Hölderlin, Rilke… Gente che ha passato la vita a misurare il peso delle parole. E sarebbe già un magnifico auspicio entrare nell’anno nuovo con la convinzion­e che le parole vanno opportunam­ente rispettate, misurate e pesate. La saggezza e la responsabi­lità delle parole. Più che un bell’auspicio, una vera e propria rivoluzion­e.

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