«L’intelligenza artificiale, sfida del nuovo decennio»
Ho vissuto nella Silicon Valley, dove sono stato al vertice di Apple, come Chief operating officer a metà degli anni 90, e ho visto emergere la rivoluzione digitale innescata dal web. Ne conosciamo tutti oggi l’enorme impatto economico e la potenza di trasformazione del vissuto sociale. Se Internet è nata grazie al progetto strategico della Darpa americana, il web, ricordiamolo, è un’ invenzione europea, concepita al Cern di Ginevra da Tim Berners-lee. L’europa ha saputo giocare un ruolo anche nella grande ondata tecnologica successiva, quella della telefonia mobile: lo standard Gsm è nato a Sophia Antipolis, il più importante parco tecnologico europeo, nel Sud della Francia. A dicembre ho contribuito a gettare le basi della Maison de l’intelligence Artificielle a Sophia Antipolis. È la prima in Europa, forse nel mondo. Un luogo pubblico di «Smart Education» con la vocazione di far conoscere alla popolazione e portare sul territorio le innovazioni che stanno nascendo da questa terza rivoluzione digitale. Perché l’impatto delle tecnologie dell’intelligenza artificiale sarà nei prossimi anni ben più forte e pervasivo delle trasformazioni portate dal web e dalla telefonia cellulare. Occorrono scelte strategiche. Sono convinto che dobbiamo costruire un’ Europa forte intorno all’ia. È una necessità vitale per non essere dominati dai Big Tech e dalle prossime superpotenze tecnologiche come Cina e India. L’approccio europeo per un’ IA « umano-centrica » può essere l’elemento di differenziazione per un futuro digitale che altrimenti rischia di porre diversi problemi etici.