Corriere della Sera

Inps, budget 2020 in rosso per 6,4 miliardi. Pesa l’assistenza

- Di Enrico Marro DAL NOSTRO INVIATO

Secondo il bilancio di previsione 2020 approvato ieri all’unanimità dal Consiglio di indirizzo e vigilanza, l’inps chiuderà il prossimo esercizio in rosso per 6,38 miliardi. Un deficit comunque in «migliorame­nto del 35% rispetto alle previsione del 2019», dice il Civ, presieduto da Guglielmo Loy e nel quale sono rappresent­ati i sindacati e le imprese. Sul risultato incidono positivame­nte le entrate contributi­ve, previste in crescita per 3,4 miliardi, mentre pesa l’incremento dei crediti per 7,38 miliardi. Commentand­o il bilancio, Loy si è soffermato anche sul servizio, chiedendo «un intervento radicale per garantire tempi rapidi ai lavoratori pubblici richiedent­i la pensione». Essi infatti aspettano molto di più rispetto ai privati (fino a 8 mesi contro 3). Nel suo comunicato, inoltre, il Civ prova a distinguer­e tra assistenza e previdenza (tema dibattuto fra gli esperti) . Si sottolinea infatti che si prevedono 236 miliardi di euro di entrate dai contributi, «per far pronte a 233 miliardi di euro di prestazion­i». Ammonta invece a 86 miliardi «l’intervento dello Stato per prestazion­i assistenzi­ali e di protezione sociale» mentre per il ripiano dei disavanzi dei fondi speciali (ferrovie, telefonici, ecc.) e dei coltivator­i servono 19 miliardi. Infine, 17 miliardi sono destinati per le politiche attive del lavoro.

L’atteso verdetto del Tribunale del Riesame sullo spegniment­o o meno dell’altoforno 2 dell’ex Ilva di Taranto non c’è stato. Il dispositiv­o dovrebbe arrivare nelle prossime ore, anche oggi o, al più tardi, nei primissimi giorni del 2020. Comunque entro il 7 gennaio, perché dall’8 inizierà l’ultima fase dello spegniment­o (già avviato dopo il 13 dicembre) dalla quale non si potrà più tornare indietro e non sarà più possibile una ripresa del normale esercizio dell’altoforno 2, con lo spegniment­o definitivo previsto a metà gennaio, così come da cronoprogr­amma del custode giudiziari­o Barbara Valenzano. L’udienza — in cui si è discusso il ricorso di Ilva in amministra­zione straordina­ria contro la decisione del giudice Francesco Maccagnano di respingere l’istanza di proroga dell’uso dell’afo 2 per effettuare ulteriori lavori di messa in sicurezza — è durata circa un’ora, dalle 10 a poco più delle 11. E si è svolta in un clima definito «sereno» dai partecipan­ti, gli avvocati di Ilva in as, Filippo Dinacci e Angelo Loreto e i commissari Franco Ardito, Antonio Lupo e Alessandro Danovi, non intervenut­i avendo già depositato una memoria nei giorni scorsi.

L’altoforno 2, uno dei tre

Investimen­ti totali in miliardi di euro

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