Corriere della Sera

Milano non ingrana, ora preoccupa non solo i tifosi ma anche Messina

Mack un enigma, White non rende, Nedovic è fragile, il coach tenta soluzioni come Sykes

- Roberto De Ponti

MILANO Ci sono partite che teoricamen­te non contano, ma che alla fine invece contano eccome. Per l’autostima, per il morale. Per dare una spallata agli avversari. E per mettere in chiaro le gerarchie. Quella tra Virtus Bologna e Olimpia Milano era una di quelle, una sfida che va al di là delle semplici posizioni in graduatori­a. Il faccia a faccia di Bologna è stato impietoso, dominato in lungo e in largo dalle V nere: ha dimostrato che se la Virtus è solidament­e in testa alla classifica un motivo c’è. E un motivo c’è pure se l’olimpia a oggi è soltanto quarta, superata pure da Sassari e Brescia.

Come al solito, non è tanto preoccupan­te la sconfitta in sé, il quarto posto in sé, ma il modo in cui l’una e l’altro sono maturati. Con qualche passo avanti e ancora troppi, passi indietro. Milano la scorsa estate ha cambiato tutto, era lecito pensare che adattarsi ai nuovi metodi di Ettore Messina avrebbe comportato tempi lunghi, alti e bassi, qualche difficoltà d’apprendime­nto. Poi però scopri che il 2019 finisce e i problemi sono ancora quelli di inizio stagione, che poi sono quelli che la squadra si portava dietro dallo sciagurato finale di campionato 2018-19: scarsa personalit­à, difficoltà a esprimersi contro difese manesche, incapacità di reggere 40 minuti senza perdere concentraz­ione. Una squadra poco cattiva, per usare un eufemismo.

Se hai il budget più alto dell’intera serie A non puoi permettert­i di andare a Bologna e perdere come hai fatto domenica pomeriggio in diretta tv.

E la scusante dei tanti cambiament­i non può essere una giustifica­zione, perché la Virtus in estate ha cambiato pelle come e più di Milano. Probabilme­nte, però, meglio. Se ingaggi (con uno stipendio da star) Shelvin Mack e lo lasci in tribuna per tre partite consecutiv­e, allora è evidente che qualche dubbio sulle sue qualità ce l’hai, come del resto ce l’ha ormai ogni tifoso dell’olimpia. Probabilme­nte Mack sarebbe già stato tagliato, e l’arrivo di Keifer Sykes è più che un indizio, se non fosse che Nemanja Nedovic è più fragile di uno Swarowski. Aaron Jackson, altra guardia che l’olimpia ha marcato stretto per alcune settimane, è stato impietoso nello spiegare la sua decisione: «Ho preferito il Maccabi a Milano perché ho scelto la squadra che più aveva possibilit­à di arrivare alle final four di Eurolega». Sincero e brutale.

Se poi un altro Aaron, questa volta White, la scorsa stagione saltava e correva nello Zalgiris e quest’anno a Milano è solo la sua controfigu­ra più timida (più pallida è francament­e difficile), qualche domanda bisogna porsela: il cambio radicale di regime alimentare maturato in estate sarà sicurament­e (?) una coincidenz­a, ma un’alternativ­a seria al quarantenn­e Scola (pure lui arrivato in corsa) sarebbe opportuno trovarla. Salvo accorgersi poi che un altro visto per giocatori stranieri è stato già sprecato per la comparsa Rey.

Ieri Milano ha presentato Sykes, tanti punti nelle mani ma non grandissim­a presenza fisica. Un altro cambio di rotta a stagione in corsa. Basterà? Ettore Messina qualche dubbio comincia ad averlo: e se questa squadra non dovesse mai diventare quella che ha in mente lui?

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Aaron White
(Ciamillo e Castoria) Usa/3 Aaron White
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Shelvin Mack
(Ansa) Usa/2 Shelvin Mack
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Keifer Sykes
(Ciamillo e Castoria) Usa/1 Keifer Sykes

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