Corriere della Sera

«I signori della neve», come raccontare le eccellenze italiane

- Di Aldo Grasso

Raccontare le eccellenze italiane con uno sguardo che sfugga la retorica e dia vita a un racconto addirittur­a avvincente non è impresa facile: ci è riuscito il documentar­io «I signori della neve», in onda su Dmax (canale 52) durante il periodo natalizio e ora disponibil­e on-demand su Dplay.

In poco più di un’ora, che scorre via con un ritmo veloce, si racconta il complesso lavoro alla base della gestione del comprensor­io sciistico del Sassolungo, in val Gardena, ai piedi di uno dei massicci più belli del mondo: molti ettari di montagna e piste da sci, una cabinovia, una seggiovia, un complesso reticolato di cannoni sparaneve, un bacino idrico per rifornirli e un rifugio montano tra i più celebri e frequentat­i del mondo, il Comici. A gestire tutto questo c’è un family business, capitanato dal carismatic­o Igor.

Alle sue dipendenze, un piccolo esercito di fedelissim­i che seguono le varie attività necessarie a garantire efficienza e sicurezza per le migliaia di persone che affollano il luogo nella stagione invernale. Sono tutti di poche parole e grande concretezz­a, in quel mix tra passione e rigore che caratteriz­za la cultura di confine del Trentino Alto Adige. C’è addirittur­a un «Capo neve» che si occupa, con un mix tra sciamanica osservazio­ne del meteo e competenza tecnologic­a, di gestire al meglio il manto innevato delle piste. Per raccontare questa specie di «com’è fatto» della montagna, «I signori della neve» si è inventato un meccanismo d’intratteni­mento e ha seguito le varie squadre all’opera in un conto alla rovescia che ha portato, in quaranta faticosiss­imi giorni, dritto all’apertura degli impianti per l’inverno, tra collaudi degli impianti, grandi spiegament­i di gatti delle nevi e poderose sparate di cannoni. Un racconto molto lusinghier­o di un territorio e di un modo di fare impresa turistica che, proprio grazie allo storytelli­ng vivace, riesce a evitare la logica dello spottone.

 ??  ?? Vincitori e vinti
IL MIO NOME È THOMAS Terence Hill
Cinema italiano per Raiuno: 3.075.000 spettatori, per uno share del 14,3%
ZOOTROPOLI­S Judy Hopps
Cinema d’animazione per Canale 5: 2.332.000 spettatori, con il 10,7% di share
Vincitori e vinti IL MIO NOME È THOMAS Terence Hill Cinema italiano per Raiuno: 3.075.000 spettatori, per uno share del 14,3% ZOOTROPOLI­S Judy Hopps Cinema d’animazione per Canale 5: 2.332.000 spettatori, con il 10,7% di share
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy