Ibra, festa rossonera «Farò saltare San Siro»
Selfie, balli, firma per sei mesi e primo allenamento È iniziata l’avventura di Zlatan: «Qui per aiutare il Milan»
La scossa Lo svedese accolto come una rockstar nonostante i 38 anni
MILANO Show doveva essere, show è stato. Code, cori, slogan, sciarpe e magliette rossonere alzate al cielo con un orgoglio e un entusiasmo che non si vedevano da un pezzo, selfie e dirette web, salti e balli, euforia collettiva.
Sarà anche un po’ un’operazione nostalgia, vedremo quale sarà poi l’impatto sul campo, ma va detto che mediaticamente è già un successone: da anni l’universo Milan non veniva attraversato da una scossa elettrica del genere. Adrenalina pura, una sgasata da vecchio Diavolo. La scena clou, iconica, alla Galliani per intenderci, è stato Boban che a Linate in versione vigile urbano chiedeva gentilmente alla folla in delirio di spostarsi per far passare l’auto. Un’accoglienza da rockstar, quale Zlatan Ibrahimovic in fondo continua a essere, anche adesso che ha 38 anni, anzi forse ancor più adesso che ne ha 38. Lui non si è tirato indietro e ha fatto la sua parte, rilasciando alle telecamere di Milan Tv la prima dichiarazione di guerra: «Finalmente sono qua, questa è casa mia, aspettatemi a San Siro per farlo saltare come prima, voglio aiutare il Milan».
Non è uno slogan di marketing, assicura chi lo conosce davvero, chi gli sta vicino. Zlatan sa di rischiare pure lui parecchio, in questa storia. Sa che questa è la sfida più complessa e insidiosa della sua carriera. Ecco perché la sua motivazione è massima. Non è un caso che già ieri pomeriggio, dopo aver apposto la firma su un contratto da sei mesi a 3,5 miliorenza ni di euro, sia andato a Milanello per una prima seduta di allenamento non programmata. Da solo, in palestra, per 45 minuti. In attesa di incontrare oggi pomeriggio per la prima volta i nuovi compagni, sul campo.
Prima però, alle 10, sarà il momento dell’attesa confestampa di presentazione a Casa Milan. Altro giro, altro show, c’è da giurarci. Intanto si è risolto il mistero del numero di maglia: avrà il 21 («L’hanno scelto i miei figli»). Il 9 resterà sulle spalle di Piatek, sempre che il polacco non venga piazzato altrove. Difficile: non c’è la coda. Dovesse restare, non è affatto da scartare l’ipotesi di vederlo in campo accanto allo svedese, in un sistema a due punte. Pioli sta studiando le varie soluzioni. La più calda è però un tridente con Ibra al centro e Leao a sinistra. Nelle idee di proprietà e dirigenza, Zlatan può esse