Netanyahu ad Atene Accordo per portare gas israeliano in Europa L’italia (per ora) non c’è
Eastmed si chiama il progetto energetico ed East Med si chiama la legge che il Congresso americano ha approvato pochi giorni fa. Perché dentro gli oltre 2 mila chilometri di tubi che verranno posati nel Mediterraneo non viaggia solo gas naturale, si muovono anche gli equilibri e le sfide tra nazioni.
Benjamin Netanyahu è volato ieri da Israele ad Atene dove ha incontrato il premier greco Kyriakos Mitsotakis e il presidente cipriota Nicos Anastasiades: insieme hanno messo quello che dovrebbe essere l’ultimo timbro per dare il via alle operazioni. Un piano che unisce i tre punti — geografici e strategici — del triangolo nel Mediterraneo orientale e crea un’alleanza che secondo il primo ministro israeliano — in campagna elettorale e sotto pressione dopo l’incriminazione per corruzione — «ha un’importanza enorme e contribuisce all’equilibrio nella regione». È la stessa visione espressa dai deputati e senatori a Washington quando hanno votato l’eastern Mediterranean Security and Energy Partnership Act: fiducia ridimensionata verso la Turchia e pieno sostegno alla neonata coalizione energetica.
I tecnici hanno già definito i dettagli finanziari e ingegneristici di quella che sarà la conduttura sottomarina più lunga al mondo e che dovrebbe costare 7 miliardi di dollari. Il gas estratto dai giacimenti israeliani e ciprioti nel Levante partirà dalle acque attorno a Cipro per passare dall’isola di Creta verso l’entroterra greco. Da qui sarebbe dovuto approdare al largo di Otranto e da lì essere distribuito in tutta l’europa.
La Commissione europea ha speso 100 milioni di euro in studi di fattibilità e per l’italia ci aveva messo la firma Carlo Calenda, allora ministro dello Sviluppo economico, nell’aprile del 2017. Quello era un memorandum d’intesa, il primo passo per proseguire insieme nel progetto. Adesso Roma è assente alla stretta di mano definitiva e sembra prendere tempo senza tirarsi fuori dall’operazione che interessa a imprese come Snam, Edison, Eni. Così il sostegno è arrivato per lettera. Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, ha inviato un messaggio — scrive il quotidiano greco Ekathimerini — al governo di Atene: «Voglio esprimere i miei auguri per il successo dell’iniziativa che il nostro Paese continua a supportare». Yuval Steinitz, ministro israeliano per l’energia, assicura che il gasdotto — dovrebbe essere terminato da qui a 5 anni — «servirà a contenere
Argine
Il gasdotto è visto da Israele come un argine all’espansionismo del leader turco Erdogan
l’influenza araba in Europa». In questo momento è considerato un argine contro l’espansionismo di Recep Tayyip Erdogan che ha stretto un accordo con il governo di Fayez Al Sarraj: il patto estende l’influenza marittima della Turchia — e l’ambizione del suo presidente — fino alle coste della Libia per destabilizzare i rivali Grecia e Cipro. Che sono già coinvolti in dispute di mare e di terra con Ankara e vogliono proteggere le risorse garantite dai giacimenti di gas scoperti nel Mediterraneo orientale.
@dafrattini