Il socialista Sánchez abbraccia Iglesias e vara il governo (grazie agli indipendentisti)
Sarà il regalo dei Re Magi a Pedro Sánchez per essere stato buono con la Catalogna. Dopo oltre 4 anni di instabilità, 250 giorni di tira e molla e due elezioni generali in meno di 7 mesi, sta per nascere in Spagna il primo governo di coalizione della storia post franchista. L’unione rosso-viola, non del tutto idilliaca,fra i socialisti di Sánchez e i «podemisti» di Pablo Iglesias dovrebbe mettere fine così al lungo periodo di stallo, con l’appoggio del Pnv, il partito nazionalista basco, e il (sofferto) nulla osta di Erc, Esquerra Republicana de Catalunya, la sinistra repubblicana della Catalogna. Il cui leader-eroe, Oriol Junqueras, potrebbe tornare libero dopo 26 mesi di carcere (sui 13 anni di condanna per la tentata secessione In mancanza di maggioranza assoluta, basterà quella relativa martedì prossimo, il 7 gennaio.
Poco dopo le 19 si è acceso il semaforo verde. I conti sembrano presto fatti. Se i 13 repubblicani catalani si astengono, i 120 voti socialisti, i 35 di «Unidas Podemos», i sei dei nazionalisti baschi, i tre di «Más Pais» e quello del deputato nazionalista galiziano di Bng, porteranno a 165 i sì al nuovo governo. I no, che raggruppano tutta la destra, dal
Insieme
Da sinistra, Pablo Iglesias (Podemos) con Pedro Sánchez (Psoe)
Partido Popular agli estremisti di Vox, passando per Ciudadanos, e una decina di indipendentisti catalani che fanno capo a Puidgemont (Juntsxcat) e all’estrema sinistra della Cup (Candidatura d’unitat Popular), si fermerebbero dunque a 163.
Sulla carta, insomma, può funzionare. Ma le clausole alienano a Sánchez il consenso di una parte del Psoe e scatenano la rabbia del Pp: «Ha venduto l’unità della Spagna». È caduto nel vuoto anche l’appello della Ceoe, la Confindustria spagnola, per un accordo Psoe-pp-ciudadanos che scongiurasse l’ingresso della sinistra radicale di Podemos, per la prima volta, nel consiglio dei ministri.
I numeri
● La coalizione dovrebbe passare con 120 voti socialisti, 35 di Podemos, 6 nazionalisti baschi, 3 di «Más Pais» e 1 nazionalista galiziano. Con l’astensione dei 13 repubblicani catalani
● I no tra popolari, Ciudadanos e Vox arriverebbero a 163
I tempi e i voti L’alleanza si presenta da domani in Aula, basterà poi una maggioranza relativa