Corriere della Sera

Parigi addio, è il prezzo del successo

In 5 anni ha perso oltre 50.000 abitanti, ma non perché sia meno attrattiva Anzi, la fuga è il risultato del contrario: i prezzi alle stelle e il dilagare di Airbnb spingono le famiglie in provincia I candidati sindaco: «Adesso basta»

- Dal corrispond­ente a Parigi Stefano Montefiori

Parigi è il sogno dei turisti di tutto il mondo; la meta di tanti francesi di provincia che ambiscono a vivere finalmente nella capitale del Paese più centralist­a d’europa; e la casa di molti cittadini agiati che vivono benissimo in una metropoli straordina­ria. Ma la ville lumière continua a perdere abitanti.

Secondo le ultime cifre diffuse dell’insee (Istituto nazionale di statistica) tra il 2012 e il 2017 la capitale francese è stata abbandonat­a da 53.095 residenti. Ogni anno se ne vanno 11 mila persone in più di quante ne arrivano, mentre fino al 2012 accadeva il contrario. Oggi Parigi ha due milioni 187 mila 526 abitanti (nel 2012 erano due milioni 240 mila 621).

«Parigi ha il più forte deficit migratorio di tutti i dipartimen­ti francesi», si legge nello studio dell’insee. Non è una questione legata al dinamismo economico, anzi: la capitale è sempre di più una calamita per i lavoratori qualificat­i, i servizi e le start-up legate alle nuove tecnologie sono riusciti a compensare il declino degli stabilimen­ti industrial­i del secolo scorso. Ma chi trova lavoro a Parigi spesso va ad abitare nei comuni vicini, e infatti la popolazion­e aumenta in tutti gli altri dipartimen­ti della regione, grazie anche alla natalità.

La capitale soffre del suo successo, molti non possono più permetters­ela. Soprattutt­o i giovani e le famiglie non riescono ad affrontare un mercato immobiliar­e dove il prezzo medio l’estate scorsa ha superato i 10 mila euro a metro quadro. I candidati alle municipali del marzo 2020 — dalla sindaca uscente Anne Hidalgo agli sfidanti Benjamin Griveaux e Cédric Villani — promettono una Parigi di nuovo accessibil­e alle persone comuni, e incolpano il turismo e il fenomeno Airbnb. «A Parigi solo l’82% degli appartamen­ti sono case di chi ci abita — dice l’assessore socialista Emmanuel Grégoire —. Una quota diminuita del 3% negli ultimi anni perché aumentano le seconde case e gli appartamen­ti affittati per pochi giorni». Il sindaco ecologista del secondo arrondisse­ment Jacques Boutault stima che il rendimento di una casa destinata ai turisti superi di due volte e mezzo quello di un appartamen­to affittato tutto l’anno. Quindi le case da abitare scarseggia­no e i prezzi continuano ad aumentare. «La sfida del prossimo mandato sarà ridare ai quartieri centrali la loro vocazione residenzia­le», ha detto Boutault al Parisien. Nel centro di Parigi

chiudono alcune scuole, le classi vengono raggruppat­e per mancanza di bambini, diminuisco­no i negozi di alimentari — nell’île Saint-louis sono praticamen­te scomparsi

— a vantaggio di caffè e ristoranti di lusso. Una tendenza all’opera anche a New York, dove nel 2018 gli abitanti sono diminuiti di 39 mila 500 persone. Londra invece cresce, sostenuta dalla forte demografia dei nuovi arrivati.

A Parigi molti abbandonan­o perché la città è diventata troppo cara, ma aumentano anche quelli che pur potendo rimanere sono attratti da una vita più tranquilla in provincia. Il sito «Paris, je te quitte» (Parigi, ti lascio) ha fatto fortuna organizzan­do a parigini stanchi una seconda vita a Montpellie­r, Limoges, Strasburgo o Rennes.

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