L’ex prefetta di Cosenza ai domiciliari e sospesa
Paola Galeone e il video della mazzetta da 700 euro. Ieri sera il provvedimento del Viminale
La scheda
● Il 28 dicembre l’ex prefetta di Cosenza Paola Galeone, senza sapere di essere ripresa dalle telecamere della polizia, ha preso una mazzetta da 700 euro versata da un’imprenditrice
● Ieri il gip ha firmato il provvedimento di arresto per Galeone, decaduta dall’incarico
COSENZA Il provvedimento di arresto firmato dal gip di Cosenza non l’ha colta di sorpresa. Se l’aspettava Paola Galeone, ex prefetto di Cosenza, da ieri ai domiciliari nella sua casa di Taranto, con l’accusa di «induzione indebita a dare o promettere utilità». L’alto dirigente dello Stato — sospesa dal servizio dalla ministra dell’interno Luciana Lamorgese — ha incassato una mazzetta di 700 euro frutto di una «trattativa» con un’imprenditrice, Cinzia Falcone, sua amica, alla quale aveva chiesto di emettere una fattura falsa di 1.200 euro motivandola con le spese sostenute durante un evento organizzato il 29 novembre al teatro Rendano di Cosenza, nel quale si è discusso di violenza di genere. «Cinzia tu hai sostenuto dei costi... io ho un fondo di rappresentanza in cui residuano 1.200 euro..., ho pensato che se tu mi fai una fattura da 1.200 euro, 500 te li tieni tu e la differenza la giri a me». Questa era stata la proposta di Galeone, che probabilmente non si aspettava di essere tradita dall’amica, soprattutto per una cifra che sia pure irrisoria, le è costata l’arresto e la carriera. L’imprenditrice, referente di un Centro di accoglienza straordinario a Camigliatello Silano e presidente dell’associazione nazionale interculturale mediterranea (Animed), invece l’ha denunciata.
La proposta «indecente» è avvenuta il 23 dicembre scorso. Le due si sono incontrate in Prefettura in occasione del riconoscimento di benemerenza a Cinzia Falcone per le sue attività in difesa delle donne. È qui che l’ex alto dirigente dello Stato ha avanzato la richiesta. Falcone incredula si è rivolta alla polizia. Gli inquirenti, informati il capo della Procura Mario Spagnuolo, hanno messo a punto la strategia per incastrare l’ex prefetto. A Falcone hanno detto di far finta di accettare la proposta e lei su Whatsapp ha scritto: «Buongiorno, quando vuoi per quel caffè». «Ok, hai tutta la mia stima. Vedrai insieme faremo grandi cose», la risposta.
L’alto dirigente ha convocato l’imprenditrice-amica per vedersi la mattina del 28 dicembre nel bar di fronte alla Prefettura. La polizia ha nascosto un microfono e una mini telecamera addosso all’imprenditrice. Inoltre ha fotocopiato le banconote da 50 euro e le ha sistemate in una busta rosa. Falcone è arrivata all’appuntamento qualche minuto prima delle 10. Poco dopo è giunta Paola Galeone con l’auto di servizio guidata dall’autista. La consegna è avvenuta in un angolo del bar, pieno di clienti. Prima di riporli in borsa ha contato la somma. «Stai tranquilla, stai calma, respira» ha detto all’imprenditrice, vedendola tesa. Poi le ha allungato due banconote da 50 euro, di quelli incassati poco prima: «Tieni, con questi comprati i biscotti».
Una volta fuori Galeone ha incrociato i poliziotti che avevano seguito a distanza la scena. «Prefetto ci segua in questura», le ha intimato Fabio Catalano, capo della Squadra mobile. In presenza del questore Giovanna Petrocca, i poliziotti le hanno aperto la borsa trovando le banconote marchiate. Poi la perquisizione nel suo studio. Gli inquirenti stanno ora passando al setaccio tutti i documenti amministrativi firmati dall’ex prefetto.
La proposta
«Ho pensato che se tu mi fai una fattura da 1.200 euro, 500 li tieni tu e il resto lo giri a me»