Fa acquisti compulsivi, stop del giudice
Due dipendenti di un circo con gli uccelli nelle calli Pavia, tolti soldi e carte di credito a una 49enne
Zampettavano indisturbati tra i turisti e le calli di Venezia, dopo aver viaggiato a bordo di un treno regionale guardando fuori dal finestrino, senza guinzagli né «museruole» per impedire eventuali colpi di becco. Due emù, accompagnati da due uomini, hanno girato liberi nel sestiere di Cannaregio ieri mattina, tra Strada Nuova e Rialto, attirando sguardi, fotografie e commenti tra i passanti, più o meno divertiti. Un’iniziativa pubblicitaria per promuovere uno spettacolo circense sulla terraferma veneziana, che ai due accompagnatori potrebbe ora costare parecchio: i proprietari degli animali, due cittadini sloveni, sono stati raggiunti e identificati dalla polizia municipale prima di essere riaccompagnati in stazione.
I vigili hanno registrato gli animali esotici come emù, ma non si esclude possa trattarsi di nandù: sarà un veterinario a stabilirlo. Poi scatteranno le multe per vari illeciti amministrativi: dalla violazione delle norme sulla circolazione in sicurezza degli animali non d’affezione nel centro storico fino all’intralcio alla circolazione pedonale in zona ad alto traffico pedonale, per finire con il daspo, l’obbligo di allontanamento per due giorni da Venezia. Nel totale, la trovata costerà quasi 1.000 euro.
La scheda
● Una pavese di 49 anni che è stata riconosciuta affetta da shopping compulsivo in poco tempo aveva acquistato vestiti, borse e scarpe per un valore di oltre 30 mila euro
● I parenti hanno chiesto l’intervento del giudice
Prima che riuscissero a fermarla, ricorrendo alla magistratura, ha acquistato di tutto: vestiti, borse griffate e scarpe, spendendo oltre trentamila euro in un tempo relativamente breve. Una sfrenata corsa all’acquisto che era diventata un’autentica ossessione per una donna pavese di 49 anni, riconosciuta affetta da shopping compulsivo: un bisogno irrefrenabile di fare acquisti.
Il suo caso è finito in tribunale dopo che i tentativi dei suoi parenti di convincerla a spendere di meno si sono rivelati tutti infruttuosi. Appena poteva, infatti, la signora andava nei negozi di Pavia — ma pare che non disdegnasse anche trasferte anche nelle boutique di altre città — per acquistare capi all’ultima moda.
Una passione molto costosa e che poteva avere conseguenze pesanti sul futuro economico della donna. Così, alla fine, proprio su richiesta dei suoi familiari — che volevano evitarle un tracollo finanziario — i giudici del Tribunale di Pavia hanno nominato per lei un amministratore di sostegno, togliendo dalla sua disponibilità le carte di credito e la tessera del bancomat.
La decisione dei magistrati pavesi è stata motivata anche in base alla relazione inviata dallo psichiatra e dalla psicologa che hanno seguito il caso della donna colpita da shopping compulsivo. Togliendole la possibilità di avere immediato accesso al suo denaro e, in questo modo, impedendole di spendere, si spera che la 49enne possa guarire da una malattia che rischiava di azzerare presto il suo conto corrente.