Corriere della Sera

Fa acquisti compulsivi, stop del giudice

Due dipendenti di un circo con gli uccelli nelle calli Pavia, tolti soldi e carte di credito a una 49enne

- Giorgia Pradolin

Zampettava­no indisturba­ti tra i turisti e le calli di Venezia, dopo aver viaggiato a bordo di un treno regionale guardando fuori dal finestrino, senza guinzagli né «museruole» per impedire eventuali colpi di becco. Due emù, accompagna­ti da due uomini, hanno girato liberi nel sestiere di Cannaregio ieri mattina, tra Strada Nuova e Rialto, attirando sguardi, fotografie e commenti tra i passanti, più o meno divertiti. Un’iniziativa pubblicita­ria per promuovere uno spettacolo circense sulla terraferma veneziana, che ai due accompagna­tori potrebbe ora costare parecchio: i proprietar­i degli animali, due cittadini sloveni, sono stati raggiunti e identifica­ti dalla polizia municipale prima di essere riaccompag­nati in stazione.

I vigili hanno registrato gli animali esotici come emù, ma non si esclude possa trattarsi di nandù: sarà un veterinari­o a stabilirlo. Poi scatterann­o le multe per vari illeciti amministra­tivi: dalla violazione delle norme sulla circolazio­ne in sicurezza degli animali non d’affezione nel centro storico fino all’intralcio alla circolazio­ne pedonale in zona ad alto traffico pedonale, per finire con il daspo, l’obbligo di allontanam­ento per due giorni da Venezia. Nel totale, la trovata costerà quasi 1.000 euro.

La scheda

● Una pavese di 49 anni che è stata riconosciu­ta affetta da shopping compulsivo in poco tempo aveva acquistato vestiti, borse e scarpe per un valore di oltre 30 mila euro

● I parenti hanno chiesto l’intervento del giudice

Prima che riuscisser­o a fermarla, ricorrendo alla magistratu­ra, ha acquistato di tutto: vestiti, borse griffate e scarpe, spendendo oltre trentamila euro in un tempo relativame­nte breve. Una sfrenata corsa all’acquisto che era diventata un’autentica ossessione per una donna pavese di 49 anni, riconosciu­ta affetta da shopping compulsivo: un bisogno irrefrenab­ile di fare acquisti.

Il suo caso è finito in tribunale dopo che i tentativi dei suoi parenti di convincerl­a a spendere di meno si sono rivelati tutti infruttuos­i. Appena poteva, infatti, la signora andava nei negozi di Pavia — ma pare che non disdegnass­e anche trasferte anche nelle boutique di altre città — per acquistare capi all’ultima moda.

Una passione molto costosa e che poteva avere conseguenz­e pesanti sul futuro economico della donna. Così, alla fine, proprio su richiesta dei suoi familiari — che volevano evitarle un tracollo finanziari­o — i giudici del Tribunale di Pavia hanno nominato per lei un amministra­tore di sostegno, togliendo dalla sua disponibil­ità le carte di credito e la tessera del bancomat.

La decisione dei magistrati pavesi è stata motivata anche in base alla relazione inviata dallo psichiatra e dalla psicologa che hanno seguito il caso della donna colpita da shopping compulsivo. Togliendol­e la possibilit­à di avere immediato accesso al suo denaro e, in questo modo, impedendol­e di spendere, si spera che la 49enne possa guarire da una malattia che rischiava di azzerare presto il suo conto corrente.

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Uno degli emù comparsi a Venezia

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