Corriere della Sera

Pop Bari, i commissari vendono la Cassa di Orvieto

L’acquirente è il fondo francese Argenthal tramite Alkemia. Prezzo: 55,5 milioni di euro

- Stefano Righi

Accordo raggiunto per la cessione della Cassa di Risparmio di Orvieto. A vendere è la Banca Popolare di Bari, che deteneva in portafogli­o il 73,57 per cento del capitale della cassa umbra. Ad acquisire è un pool di investitor­i, tra cui il finanziere bolognese Giulio Gallazzi, il primo ad uscire allo scoperto l’estate scorsa con la sua Sri capital a cui però, in tempi più recenti, si sono affiancati partner di maggior solidità finanziari­a. Su tutti il fondo francese Argenthal, basato a Aix en Provence. In particolar­e, sarebbe stata la controllat­a Alkemia, società di investimen­to con 1,6 miliardi di equity capital, a impegnarsi per acquisire la maggioranz­a della Cassa di Orvieto, lasciando a Gallazzi un ruolo marginale nella compagine di controllo. Il prezzo su cui si è raggiunto l’accordo è pari a 55,5 milioni di euro, che entreranno nelle esangui casse della Popolare di Bari, commissari­ata dalla Banca d’italia dopo i buchi a bilancio per oltre un miliardo di euro legati alla gestione trentennal­e di Marco Jacobini.

La cessione della Cassa di Orvieto è la conclusion­e di un matrimonio mai felice e durato dieci anni. Nello scorso luglio, in occasione dell’ultima assemblea di bilancio, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Gioacchino Messina, mosse critiche pesantissi­me ai vertici della Bari. In particolar­e, la Fondazione di Orvieto imputò a Popbari di essere stata zavorra, anziché motore di sviluppo. Messina, si riferì alla «svalutazio­ne di un avviamento formatosi nel 2011, a fronte del conferimen­to di sportelli e di crediti effettuato in occasione di un aumento di capitale di CRO, dalla Banca Popolare di Bari per 30,928 milioni di euro, mentre la Fondazione conferiva denaro, in proporzion­e alla sua partecipaz­ione e alla cartolariz­zazione massiva di crediti deteriorat­i, fatta tra controllan­te e controllat­a».

Malgrado tutto, il 2018 si è chiuso positivame­nte per Cr Orvieto, con un margine d’interesse di 22 milioni,margine operativo netto di 27 milioni; utile prima delle operazioni straordina­rie di 3,407 milioni. Insomma, un buon affare per il gruppo francese Argenthal, che ha in Francois Garcin, Anthony Kyprianou e Andreas Lange gli esponenti più noti.

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Ex vertice Marco Jacobini, per 30 anni e fino al luglio 2019, guida di Popolare Bari

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