Corriere della Sera

Volkswagen tratta con i clienti

Dieselgate, colloqui per definire i risarcimen­ti nelle cause intentate da 440 mila automobili­sti

- Fabio Savelli

Un possibile risarcimen­to. Per i 440 mila proprietar­i di vetture Volkswagen in Germania che hanno fatto causa al colosso dell’auto per le emissioni falsificat­e all’origine del dieselgate. Un accordo di transazion­e per chi richiederà i risarcimen­ti a causa delle emissioni dei gas di scarico delle vetture.

Una svolta attesa quattro anni. E un’imponente azione risarcitor­ia collettiva — che in Italia non è possibile incardinar­e a causa della mancanza di un’efficace legge sulla class action più volte arenatasi in Parlamento — davanti alla corte di appello di Braunschwe­ig. La casa d’auto ha comunicato di avere come «obiettivo comune una soluzione pragmatica per i clienti». I colloqui con l’associazio­ne federale dei consumator­i VZBV, la contropart­e, sarebbero però in una fase iniziale. Non è detto che si arriva effettivam­ente alla transazion­e, ma certo è un segnale di apertura non irrilevant­e.

Soddisfatt­o il numero uno dell’associazio­ne Klaus Mueller:

«L’offerta dei colloqui è un segnale positivo. È un bene che dopo oltre quattro anni dall’esplosione dello scandalo diesel si muova qualcosa». L’associazio­ne rappresent­a gli interessi di migliaia di persone, che denunciano di essersi ritrovate un’auto svalutata (in caso di rivendita) dopo lo scandalo partito dagli Usa nel 2015: bufera che investì il gigante dell’auto tedesca, con effetti anche in Europa e in Germania.

Dal dieselgate emerse che Volkswagen utilizzass­e un software per manipolare i valori delle emissioni dei NOX e degli altri gas di scarico dei motori diesel.

Alle prime battute del procedimen­to giudiziari­o, la company aveva definito la strada di una transazion­e «non praticabil­e». E il rifiuto era arrivato, l’ultima volta, nel novembre scorso. Se il confronto fra le parti dovesse portare a un esito positivo, i consumator­i che rivendican­o i risarcimen­ti potranno decidere se accettare e rinunciare alla via giudiziari­a, o andare avanti nel processo. Se più del 70% dei partecipan­ti alla class action accettasse l’eventuale transazion­e, il procedimen­to in corso decadrebbe automatica­mente

Secondo Massimilia­no Dona, presidente dell’unione dei Consumator­i, «l’italia continua ad essere trattata come la Cenerentol­a d’europa» e per questo «chiediamo che il Mise torni alla carica, convocando la Volkswagen per un nuovo tentativo di transazion­e».

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● Herbert Diess, 61 anni, amministra­tore delegato del gruppo Volkswagen e del marchio

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