Corriere della Sera

Lo studio Confcommer­cio: divario di crescita ridotto nella Ue

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portafogli­o ma anche la qualità della vita. E se si consideran­o gli effetti negativi delle cosiddette «esternalit­à negative», il quadro generale dell’economia nazionale ne esce migliore di quanto non appaia sulla base delle statistich­e tradiziona­li. «Elementi che incidono negativame­nte sulla ricchezza nazionale come le emissioni di CO2 (il cui costo marginale sociale, per esempio, è considerat­o equivalent­e a 57 euro per tonnellata per tutti i Paesi), gli infortuni e l’incidenza della povertà assoluta sono meno rilevanti in Italia che in altri Paesi europei», spiega Bella. È evidente infatti che produrre un Pil pari a 100, assieme a una certa quantità di emissioni nocive per l’ambiente e per l’uomo, non è la stessa cosa che produrre lo stesso Pil senza alcuna emissione. «Nella sostanza la principale conclusion­e dello studio è che se invece del

Pil si consideras­se il Pil Equilibrat­o la dinamica economica del nostro Paese risultereb­be, tra la fine del 2008 e la fine del 2017, migliore di 0,6 punti percentual­i in termini reali. Anche nella comparazio­ne internazio­nale, con il Pil Equilibrat­o l’italia ridurrebbe i gap di performanc­e.

Se per l’italia il Pil Equilibrat­o si è mosso meglio del Pil, per Francia e Germania si è mosso molto peggio (-1,2% e -0,4% rispetto al Pil nel periodo). Sull’arco dei dieci anni il differenzi­ale tra la crescita del Pil dell’italia e della Germania, negativo per l’italia di circa il 10% si ridurrebbe ad un -8,7% con il Pil Equilibrat­o», conclude Bella. Un aspetto problemati­co di questo esercizio, che ha il carattere di una sfida intellettu­ale, è la mancanza di un modello teorico riconosciu­to dietro questo indicatore.

La misura

● Il cosiddetto Pil Equilibrat­o corregge il valore della ricchezza nazionale, il Pil, consideran­do anche gli aspetti di costo (esternalit­à negative) che derivano dalle emissioni di Co2, dagli incidenti sul lavoro e su strada, dalla povertà assoluta. O di vantaggio come una crescita della forestazio­ne

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