50 anni fa nasceva il circuito femminile. Oggi premi uguali
● L’altro match del girone di Perth è tra gli Stati Uniti e la Norvegia
Cinquant’anni fa Margaret Court Smith vinceva l’australian Open, posando il primo mattone di un’impresa — annettersi i quattro titoli del Grande Slam nell’anno solare — che solo Steffi Graf nell’88 sarebbe stata capace di ripetere (Maureen Connolly nel ‘53 appartiene a un’altra era geologica). Era il 1970, il tennis Open nato a Bournemouth due stagioni prima muoveva i primi passi, ma la discriminazione nei confronti delle ragazze era già netta: a Wimbledon ‘68 il re Rod Laver aveva vinto 2000 sterline contro le 750 della regina Billie Jean King, il montepremi degli uomini era di 14.800 sterline e quello delle donne di 5.680.
Il delta sarebbe cresciuto in fretta. Nel ‘70, a Roma, Ilie Nastase si metteva in tasca 3.500 dollari e la King appena 600. Era arrivato il momento di fare qualcosa. A partire dall’australian Open (al via il prossimo 20 gennaio) e per tutta la stagione, la Wta (Women tennis association) celebrerà le «Original 9», cioè le nove donne che rivoluzionarono il tennis aprendo la strada al circuito femminile e alla parità di prize money di cui oggi godono Serena Williams e le sue sorelle. Sono infatti passati dieci lustri dalla fondazione del sindacato delle tenniste che portò al boicottaggio del torneo di Los Angeles organizzato da Jack Kramer per giocare un evento separato, che sarebbe passato alla storia come il primo torneo del circuito Virginia Slims: