«Non cambierei niente nemmeno i miei errori ma ora punto in alto»
Dopo le vittorie, Brignone ora ha un sogno mondiale
Federica, ci vuole raccontare la nuova Brignone, reginetta dello sci?
«Be’, più che altro reginetta, a giudicare dalla classifica, mi pare sempre la Shiffrin. Però sono orgogliosa dell’evoluzione che ho vissuto».
Dunque?...
«Dunque sono sempre me stessa, ma con più esperienza. Se fossi ancora quella dei 18 anni, qualcosa non andrebbe...».
Federica desidera forse cancellare il suo passato?
«Cancellare no, però non rifarei qualcosa: ad esempio mi fermerei prima di arrivare a compromettere la caviglia con un callo determinato dal sovraccarico di lavoro».
Un errore di gioventù e di generosità?
«Io sono fatta così: d’istinto resisto; finché il dolore è sopportabile, vado avanti. In quel caso non era forte e questo mi ha fregato. Ma senza quell’esperienza che ho dovuto affrontare non sarei quella di oggi. Quindi, sostanzialmente non cambio nulla del passato e sono fiera di quel che sono».
È maturata prima la donna o l’atleta?
«Dovrebbero essere due cose che procedono di pari passo. Invece nel mio caso ha coinvolto prima di tutto la donna: la sportiva è maturata dopo, diciamo cinque anni fa. Invece la ragazzina che a 16 anni girava già il mondo, rapportandosi con gli adulti, la sua strada l’ha percorsa in fretta».
Tanti continuano a pensare che la vicinanza di sua mamma, la Ninna Quario ex campionessa, sia stata in qualche modo un freno. Vogliamo dire qualcosa di definitivo in proposito?
«Mia madre non ha influito sulla mia carriera. Né ha spinto in una direzione precisa.
Vale anche per papà, perché in fondo la nostra è la “famiglia dello sci”. I genitori mi hanno lasciato fare, quello che mi ha portato fin qui è stata la mia motivazione. E come ho già detto varie volte, sono io che metto gli sci fuori dal cancelletto. Insomma, mamma non mi ha condizionato né mi ha mai buttato giù di morale. Ho fatto le mie scelte, anche se nel mondo che amo di più».
Oggi Ninna è giornalista: ma alla transenna lei la vede ancora come mamma?
«Certo, prima di tutto è mia madre. Però con il suo lavoro mi ha abituato a capire le esigenze di chi informa».
C’è poi suo fratello Davide, che la allena, la consiglia, la guida.
«Una figura fondamentale, che dà forza ed equilibrio».
Nonostante i risultati e le classifiche eccellenti, Federica Brignone preferisce volare basso. È una scelta di comunicazione o una filosofia d’approccio allo sport?
«Io sono molto realista: se voglio fare una cosa, la faccio senza doverlo dire. Ogni tanto non ottengo quello che desidero, ma ho altri pregi: non sono una di quelle che si piacciono da sole e nemmeno infierisco sull’avversaria battuta. E non sto sul piedistallo: sono esuberante, senza esagerare. Per cui non dirò mai che nel weekend vincerò al Sestriere, ma che lì sarò tra le possibili vincitrici».
d Rimpiango solo di non essermi fermata prima di arrivare a mettere a repentaglio la caviglia
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Il successo di mia madre non ha influito sulle mie scelte. Mio fratello allenatore mi dà forza
Anche a causa di questo atteggiamento pensa che la Coppa assoluta sia irraggiungibile?
«Con una Shiffrin in circolazione, al momento è irrealistico solo pensarci. Se un giorno dovesse arrivare, sarà il coronamento di un percorso».
A proposito, come giudica le accuse della Shiffrin alla Vlhova, che manderebbe il suo staff a spiare gli allenamenti?
«Mi sono parse tesi ridicole. Perché Mikaela forse non “spia” le colleghe? È sempre lì davanti ai monitor... È ovvio che si provi a copiare la migliore al mondo, ma la vera domanda è: se anche lo faccio, riesco a sciare come lei? Detto questo, è probabile che la Vlhova provi a darle fastidio».
Mikaela non sa perdere, si è detto: ultimamente capita che sia sconfitta.
«Nessun vincente nato ci sta a perdere. Lei, poi, è un mostro di bravura».
La telenovela proseguirà?
«Spero di no, anche se questa è una storia di primedonne. Ma le attenzioni si catturano con i risultati».
Lo sa che la «teoria del fare» piacerebbe alla politica?
«Peccato che non sia arruolabile: per me o è bianco o è nero, non mi voterebbe nessuno».
Qual è la road map per il resto della stagione?
«Usare il mio “tridente”, gigante, superg e combinata; disputare le discese in cui posso giocarmela. Riassunto: puntare all’eccellenza con il lavoro; essere la migliore a giornate; inseguire il podio nella Coppa assoluta e provare a essere la numero uno su altri fronti».
E il suo impegno ecologista extra sport?
«Rimane. È in arrivo la quarta “traiettoria”: potrebbe non essere più nel mare, ma proprio sull’amata neve».