Autobus elettrici e risparmio energetico, ai Comuni 2,5 miliardi in cinque anni
Approvata dal governo la «norma Fraccaro» per la sostenibilità a livello locale
ROMA Bus elettrici e pannelli solari sui tetti. Arredi urbani a basso impatto ambientale e sistemi di monitoraggio per il rilevamento delle emissioni. Isole ecologiche intelligenti e recupero dei corsi d’acqua urbani. E ancora: stazioni di ricarica per veicoli elettrici, semafori intelligenti, impianti di illuminazione a led, abbattimento di barriere architettoniche e bonifiche di aree urbane. Per realizzare tutto ciò c’è a disposizione mezzo miliardo di euro l’anno, dal 2020 e fino al 2024: sono i fondi che il governo destina a tutti i 7.904 Comuni italiani per la realizzazione di opere e infrastrutture legate alla sostenibilità ambientale. Una sorta di «Green New Deal» comunale con le singole amministrazioni che potranno ottenere le risorse direttamente per investimenti sostenibili.
«Si apriranno almeno 8 mila cantieri in tutta Italia», prevede il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro: «Vogliamo archiviare l’era dei tagli agli enti locali facendo ripartire la crescita dell’italia dai territori e dalla sostenibilità ambientale». La norma, cosiddetta «Fraccaro» dal nome del sottosegretario suo ideatore, è contenuta nella manovra economica per l’anno 2020 appena approvata e ieri il Consiglio dei ministri ha dato l’ok al decreto attuativo. Ma ricalca la norma già approvata nel decreto Crescita del 2019 e ancora quella della scorsa legge di Bilancio (che però era solo per i piccoli Comuni) e che agli enti locali nel 2019 ha assegnato circa 900 milioni di euro con i fondi spesi quasi per intero. Un traguardo che Fraccaro definisce «incoraggiante»
con la spesa effettiva per gli investimenti che per la prima volta dopo 15 anni di calo è invece salita del 16%. Ecco perché rendere le risorse strutturali: «Stanziamo — dice Fraccaro — 500 milioni all’anno per cinque anni: l’obiettivo è favorire la crescita nell’ottica della sostenibilità». I fondi verranno assegnati in base al numero dei cittadini e vanno da un minimo di 50 mila a un massimo di 250 mila euro per le città più grandi con oltre 250 mila abitanti (Roma, Milano, Torino, Napoli, ecc).
I contributi saranno assegnati in due fasi, all’avvio dei lavori e alla conclusione, dopo il collaudo, e dovranno essere spesi solo per realizzare opere nuove. I lavori dovranno cominciare entro il 15 settembre dell’anno del contributo ricevuto. Un sistema di monitoraggio ne controllerà l’esecuzione e verificherà che le risorse vengano effettivamente spese per intero e per l’opera finanziata, in caso contrario i fondi dovranno essere restituiti per poi venire riassegnati ai Comuni più virtuosi. «La scelta di rendere strutturali i 500 milioni di euro l’anno — sottolinea Fraccaro — servirà a dare certezza alle amministrazioni che potranno programmare gli interventi e a dare un nuovo impulso agli investimenti favorendo sviluppo sostenibile e occupazione, infrastrutture utili e tutela ambientale».