Corriere della Sera

Cdu caos, lascia la delfina di Merkel

Kramp-karrenbaue­r non correrà da cancellier­a dopo lo scandalo Turingia: è la crisi più grave dal 2000

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE P. Val.

BERLINO È un terremoto politico quello provocato in Germania da Annegret Kramp-karrenbaue­r. La presidente della Cdu ha annunciato che non si candiderà alla cancelleri­a per succedere ad Angela Merkel e che, conclusa la selezione per la nomina del Kanzlerkan­didat, lascerà pure la guida del partito, l’unione Cristianod­emocratica.

Trapelata ieri mattina dalla riunione del Präsidium del partito, la decisione è stata confermata alla stampa da AKK, che in una critica indiretta a Merkel ha definito «un errore» la separazion­e tra la guida del governo e quella del partito, voluta dalla cancellier­a nel 2018 dopo la sconfitta elettorale in Assia. Merkel aveva rinunciato alla leadership dell’unione e designato AKK a sua erede. «Separare cancelleri­a e presidenza indebolisc­e la Cdu», ha detto AKK. Ma ha aggiunto che, su espressa richiesta di Merkel, intende per ora restare al suo posto di ministra della Difesa.

A precipitar­e l’annuncio di AKK è stato lo scandalo della Turingia, dove la Cdu locale ha votato insieme all’estrema destra di AFD per eleggere il liberale Thomas Kemmerich a ministro-presidente del Land, sfidando la linea nazionale del partito che esclude ogni collaboraz­ione con i nazionalis­ti. Kemmerich si è poi dimesso, anche grazie all’intervento di Merkel; che però ha svelato la debolezza di AKK, non più in grado di controllar­e le federazion­i dell’est che da tempo premono per aprire all’ultradestr­a. Ieri nel Präsidium AKK ha parlato di «rapporti non chiari di parte della Cdu con AFD e la Linke».

Il passo indietro di AKK apre nella Cdu la più grave crisi politica dai tempi dello scandalo dei fondi neri di Helmut Kohl nel 1999-2000. Si

d Un errore separare la guida del governo e la guida del partito: questa scelta ci ha indeboliti

tratta non solo di trovare un candidato credibile e forte per la cancelleri­a ma anche di decidere la direzione da prendere, dopo gli anni del centrismo di Angela Merkel.

I nomi in ballo sono già noti. Su tutti il premier del Nord Reno-vestfalia Armin Laschet, in continuità con l’attuale corso moderato. L’ex capo dei deputati al Bundestag, Friedrich Merz, sconfitto da AKK nel 2018, è l’alternativ­a conservatr­ice. Il giovane ministro della Sanità Jens Spahn, conservato­re e gay, potrebbe essere la sorpresa.

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