Corriere della Sera

La nuova Ferrari è ancora più rossa

La nuova Ferrari SF1000 è più rossa Nessuna rivoluzion­e, ma sviluppi decisivi Elkann: «La fame è ancora enorme»

- di Daniele Sparisci e Giorgioter­ruzzi

REGGIO EMILIA Arrivano a gruppi, l’orgoglio stampato sulle facce. Il biglietto dei palchi da mostrare all’ingresso: attraversa­no il cordone di bandiere rosse, salutano i tifosi. I vecchi meccanici della Ferrari non lo hanno mai visto uno spettacolo così, sorride pure Modesto Menabue che tre mesi fa era ancora in pista con i «ragazzi».

Tacchi alti e vestiti da galà, voci di sottofondo, tantissime donne, sono quelle che lavorano nel reparto F1 di Maranello e non solo. Tutti invitati a questa «prima» assoluta per scoprire un bolide di carbonio e metallo dentro al teatro intitolato a Romolo Valli, uno dei più raffinati d’italia. Parlottano sulla scalinata i fratelli Leclerc: Lorenzo, il più grande, è con Arthur, il «piccoletto» appena entrato nell’academy. C’è pure Charlotte, la fidanzata di Charles. Lui sbucherà dal retro del palco, da attore, come prevede il copione, accanto a Sebastian Vettel.

Luci spente dentro, il dj Benny Benassi mischia moderno e classico insieme all’orchestra giovanile di Reggio. Si alza il rombo di un motore, elettronic­a e violino, finalmente compare la macchina: danza su una pedana girevole. Alla fine l’hanno davvero chiamata SF1000, perché c’è il millesimo Gp di F1 nella storia della scuderia da festeggiar­e. E poco importa se per il coronaviru­s, quasi certamente traslocher­à dall’amato Canada al Paul Ricard in Francia perché la gara di

Shanghai sarà cancellata o posticipat­a.

La forza della Rossa travalica i confini e questo show ne è la dimostrazi­one. Se ci fosse un Mondiale per le presentazi­oni la Ferrari lo avrebbe già vinto, velluto e luci delicate, vuoi mettere con i tristi lanci in pista? L’amministra­tore delegato Louis Camilleri aveva anticipato una svolta a livello d’immagine e di eventi per rispecchia­re il valore unico del marchio, ed effettivam­ente c’è stata. Rimane un problema non da poco: tornare a vincere in Formula 1 perché solo di storia non si vive.

Il 2008, anno dell’ultimo titolo costruttor­i (nel 2007 quello piloti di Kimi Raikkonen), è lontano ere geologiche ma tutte le parole dei vertici ieri sembravano voler prendere tempo. Rimandare il discorso al 2021, alla «svolta epocale» rappresent­ata dal cambio di regolament­o, come se quella che inizierà a Melbourne il 15 marzo fosse solo una stagione di transizion­e. Il presidente John Elkann siede nel palco d’onore insieme a Piero Ferrari. Ci tiene a ricordare i valori dell’italianità nella città dove è nato il Tricolore, ha voluto anche delle bandelle con la bandiera italiana sulla macchina. Piccoline, perché su questa monoposto ogni particolar­e è stato votato al risparmio di peso e anche una passata di vernice può essere di troppo. Per questo è rimasto il rosso opaco, più scuro e meno arancio, con i numeretti bianchi in stile vintage che richiamano l’era di Gilles Villeneuve. «Siamo l’unica squadra presente dall’inizio: abbiamo partecipat­o a 991 gare, vincendone 238. Ma la fame è ancora enorme» ha sottolinea­to Elkann aggiungend­o che «la Ferrari ha dato il massimo quando è stata coesa».

Lo spirito di gruppo a questa Ferrari non manca, ma sia Camilleri che il team principal Mattia Binotto spostano l’orizzonte più avanti. «Sarà una stagione dura — ha detto l’ad — perché in contempora­nea dovremo sviluppare la monoposto 2021. Binotto sta facendo un ottimo lavoro e non vogliamo concentrar­ci solo sulla prossima annata perché il tempo è nemico, ma anche sul lungo termine».

Volare basso per evitare di bruciarsi, come dodici mesi fa quando i test di Barcellona illusero tutti. C’è chi parla di realismo e chi invece di pretattica, per voler sorprender­e gli avversari. Come nell’inverno fra il 2016 e il 2017 quando poi la Rossa si presentò in Australia facendo saltare tutti i pronostici. La SF1000, pur essendo un’evoluzione della monoposto 2019, ha subito modifiche profonde soprattutt­o nella zona posteriore, più stretta e aerodinami­ca per far lavorare meglio le gomme. Se basteranno a fermare il dominio Mercedes, lo scopriremo fra un mesetto.

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