Corriere della Sera

Prescrizio­ne, Italia viva vota con l’opposizion­e

Rinvio dopo lo scontro, verso un disegno di legge

- Marco Galluzzo

Prescrizio­ne, nuovo scontro Renzi-governo. Italia viva vota con l’opposizion­e. Verso un disegno di legge.

Un piccolo passo indietro del governo, questa volta ufficiale, che ha deciso di non emendare il decreto Milleproro­ghe ma di presentare, a meno di sorprese, un provvedime­nto autonomo sulla prescrizio­ne, da varare insieme alla riforma del processo penale, probabilme­nte domani in Consiglio dei ministri.

Un gesto apprezzato da Renzi, ma che non rasserena le acque, tanto che nel pomeriggio nelle commission­i Bilancio e Affari costituzio­nali alla Camera per la seconda volta nel giro di pochi mesi i deputati di Italia viva votano con l’opposizion­e.

Non passa l’emendament­o Magi, di +Europa (per soli due voti 42 a 44), mentre il voto sul lodo Annibali, proprio di Italia viva (entrambi puntavano a sterilizza­re l’entrata in vigore della riforma Bonafede) viene rinviato a oggi, dopo una seduta tormentata, sospesa e poi ripresa in serata.

Alla fine la soluzione scelta dalla maggioranz­a dovrebbe essere quella di un disegno di legge per recepire così l’intesa raggiunta pochi giorni fa tra M5S, Pd e Leu.

Insomma la partita è ancora aperta nonostante la parziale schiarita di ieri: «La decisione del governo di non inserire il lodo Conte sulla prescrizio­ne nel Milleproro­ghe mi sembra un gesto di buon senso, che evita forzature e spaccature. Lo apprezzo, è una prima vittoria, nonostante Zingaretti si sia messo a inseguire il giustizial­ismo grillino», dichiara proprio Matteo Renzi.

Ma resta il fatto che prima o poi ci sarà un voto in Parlamento sulle correzioni alla prescrizio­ne adottate dalla maggioranz­a e, almeno al Senato, la maggioranz­a potrebbe andare sotto, vista la posizione apparentem­ente granitica, sul merito, di Italia viva.

«Quando arriverà la legge sulla prescrizio­ne in Aula noi voteremo coerenti con le nostre idee e il garantismo che ci caratteriz­za», aggiunge Renzi. «Faremo fino in fondo la nostra parte per garantire il diritto dei cittadini», rincara la dose Teresa Bellanova, ministro delle Politiche agricole e capodelega­zione di Italia viva al governo. E poi aggiunge rivolgendo­si a Conte: «Il presidente deve assumersi la responsabi­lità di decidere se ci sono le condizioni per andare avanti, se una maggioranz­a è composta da quattro forze politiche si deve trovare la sintesi tra tutte».

A fine giornata il premier Giuseppe Conte, che nel pomeriggio ha avuto un colloquio con il presidente della Camera Roberto Fico, commenta con i suoi collaborat­ori: «La politica non può avere il volto dell’arroganza e dell’imposizion­e, così si rischia di bloccare il Paese».

Delle polemiche si lamenta anche il segretario del Pd, Nicola Zingaretti: «Basta con questo tormentone sulla prescrizio­ne. Le priorità sono altre». Mentre il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede risponde alle minacce di sfiducia di Renzi: «Non ho commenti da fare su queste dichiarazi­oni . Molestare quotidiana­mente i cittadini con minacce e risse e toni di un certo tipo è sbagliato».

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