Air Italy chiude: stop ai voli I posti a rischio sono 1.500
Ancora una volta ci troviamo davanti a una crisi aziendale inattesa. Questa volta di una compagnia aerea nata nel 1963, di colpo messa in liquidazione. Lo hanno deciso i soci di Air Italy.
Air Italy, rimasta nell’immaginario dei viaggiatori con il suo vecchio nome di Meridiana, nata come Alisarda, è in liquidazione e migliaia di posti di lavoro a rischio. Si aprono in continuazione tavoli a Roma sulle crisi aziendali ma evidentemente le antenne funzionano ben poco se la decisione dell’aga Khan che controlla il 51% della compagnia e Qatar Airways, che possiede l’altro 49%, è arrivata improvvisa quanto inaspettata. Le perdite erano state pesanti. Nel 2018 quasi 170 milioni. E, secondo rumors non confermati, altrettante se non di più sono state quelle del 2019. Come pesante è stato l’effetto di dover mettere a terra i Boeing 737 Max coinvolti recentemente in due incidenti. La ministra Paola De Micheli è subito intervenuta chiedendo un immediato incontro alla compagnia. Ma si è come sempre alla rincorsa degli avvenimenti. Eppure la vicenda Alitalia avrebbe dovuto insegnare qualcosa. O comunque consigliare di seguire da vicino il settore. C’è qualcosa che non funziona, che impedisce a una compagnia aerea con base in Italia di essere in grado di competere. Si tratta di regole? Di norme non all’altezza? Difficile dirlo. Il management avrà sicuramente le sue colpe. Ma è impensabile che con tutti i cambi di proprietà (e di manager)in Alitalia e da ieri la liquidazione di Air Italy, non ci sia qualcosa di più. Situazioni diverse sicuramente. Ma che indicano la disattenzione che c’è in Italia rispetto a quanto accade nel mondo della produzione e dei servizi. Quasi non fossimo la seconda potenza manifatturiera in Europa. E non avessimo bisogno di compagnie dei trasporti efficienti e in grado di stare sul mercato.
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