La solidarietà di Milano ai marciatori cinesi «C’è una gara, venite»
La nazionale è a Saluzzo, non può rimpatriare
In un quartiere di Milano dove la cronaca si scrive troppo spesso con i caratteri della «nera», una marcia nata da una lettera al Corriere diventa un messaggio di amicizia al popolo cinese, isolato e assediato dall’incubo Coronavirus. Così Quarto Oggiaro non è più periferia: è il centro di uno storico incontro tra gli olimpionici della nazionale cinese di marcia e i giovani podisti del trofeo Frigerio, la piazza di un simbolico abbraccio che potrebbe allargarsi all’intera Chinatown di via Paolo Sarpi.
I campioni cinesi, forzatamente bloccati nella campagna di Saluzzo, dove si allenano a migliorare record mondiali con Sandro Damilano, hanno accettato l’invito di chi in questa marcia ha sempre creduto quando era difficile trovare qualcuno disposto a farlo. Ora c’è la benedizione del sindaco Sala, che sabato nel quartiere cinese ha detto che una passeggiata in via Paolo Sarpi con la nazionale olimpica sarebbe «una bella idea», c’è il placet della Regione e c’è l’impegno del console che deve rimuovere gli ostacoli per organizzare la trasferta ed esorcizzare le paure.
È un piccolo miracolo questo gesto di solidarietà verso la comunità cinese, quasi una favola nata da un sogno di Pietro Pastorini, guru della marcia che allena nelle risaie di Lomello dopo una vita a far correre i ragazzi di Quarto Oggiaro per tenerli lontani dai luoghi dello spaccio, e dalla tenacia di Piero Oldani, volontario generoso che si batte con l’associazione Parco Certosa per togliere dal quartiere la definizione «zona a rischio». Il risultato è una catena solidale che coinvolge volontari, associazioni sportive, municipio di zona, scuola, parrocchia, piccoli sponsor e quel benefattore che a Milano chiamano «Angelo invisibile». Per l’ospitalita degli atleti, infine, si è fatto avanti l’ostello Meninger. «Siamo partiti da perfetti sconosciuti», racconta Oldani, «per riportare qui dopo 45 anni il trofeo Frigerio. Il senso della marcia? Unire e fare comunità, ma anche non arrendersi mai».
Per Pastorini è un ritorno a casa: negli anni 60, quando Dordoni e Pamich si mettevano al collo gli ori olimpici, lui faceva scarpinare i ragazzi delle case bianche di via De Pisis, tirando righe sulla strada per segnare il tracciato. Uno di quei ragazzi si chiamava Didoni, un altro Perricelli: oro e argento mondiale a Göteborg. La marcia come riscatto, sacrificio e fatica si addice a Quarto Oggiaro. «Qui c’è un reticolo di associazioni che coinvolge un esercito di volontari e lo sport fa da collante», spiega Oldani.
Il Frigerio è una delle gare di marcia più accreditate, un trofeo che seleziona i futuri campioni. Non è stato facile riallestirlo a Quarto Oggiaro dopo 45 anni, partendo da zero e andando a chiedere contributi con il cappello in mano. È già un successo il gesto di fratellanza tra Milano e la Cina, lo sport che unisce e crea amicizia. Domenica 23 febbraio ci sarà la stretta di mano fra Eleonora Giorgi, milanesissima star della 50 chilometri e Liu Hong, campionessa mondiale e olimpionica dei 20 chilometri. Intanto le adesioni continuano: l’ultima viene dalla Sicilia. Chissà che Pastorini e Damilano non trovino a Quarto Oggiaro un futuro grande campione.
Dopo 45 anni riportiamo il trofeo Frigerio a Quarto Oggiaro con una rete di volontari Lo sport è un collante Piero Oldani Organizzatore