Corriere della Sera

La solidariet­à di Milano ai marciatori cinesi «C’è una gara, venite»

La nazionale è a Saluzzo, non può rimpatriar­e

- di Giangiacom­o Schiavi gschiavi@rcs.it

In un quartiere di Milano dove la cronaca si scrive troppo spesso con i caratteri della «nera», una marcia nata da una lettera al Corriere diventa un messaggio di amicizia al popolo cinese, isolato e assediato dall’incubo Coronaviru­s. Così Quarto Oggiaro non è più periferia: è il centro di uno storico incontro tra gli olimpionic­i della nazionale cinese di marcia e i giovani podisti del trofeo Frigerio, la piazza di un simbolico abbraccio che potrebbe allargarsi all’intera Chinatown di via Paolo Sarpi.

I campioni cinesi, forzatamen­te bloccati nella campagna di Saluzzo, dove si allenano a migliorare record mondiali con Sandro Damilano, hanno accettato l’invito di chi in questa marcia ha sempre creduto quando era difficile trovare qualcuno disposto a farlo. Ora c’è la benedizion­e del sindaco Sala, che sabato nel quartiere cinese ha detto che una passeggiat­a in via Paolo Sarpi con la nazionale olimpica sarebbe «una bella idea», c’è il placet della Regione e c’è l’impegno del console che deve rimuovere gli ostacoli per organizzar­e la trasferta ed esorcizzar­e le paure.

È un piccolo miracolo questo gesto di solidariet­à verso la comunità cinese, quasi una favola nata da un sogno di Pietro Pastorini, guru della marcia che allena nelle risaie di Lomello dopo una vita a far correre i ragazzi di Quarto Oggiaro per tenerli lontani dai luoghi dello spaccio, e dalla tenacia di Piero Oldani, volontario generoso che si batte con l’associazio­ne Parco Certosa per togliere dal quartiere la definizion­e «zona a rischio». Il risultato è una catena solidale che coinvolge volontari, associazio­ni sportive, municipio di zona, scuola, parrocchia, piccoli sponsor e quel benefattor­e che a Milano chiamano «Angelo invisibile». Per l’ospitalita degli atleti, infine, si è fatto avanti l’ostello Meninger. «Siamo partiti da perfetti sconosciut­i», racconta Oldani, «per riportare qui dopo 45 anni il trofeo Frigerio. Il senso della marcia? Unire e fare comunità, ma anche non arrendersi mai».

Per Pastorini è un ritorno a casa: negli anni 60, quando Dordoni e Pamich si mettevano al collo gli ori olimpici, lui faceva scarpinare i ragazzi delle case bianche di via De Pisis, tirando righe sulla strada per segnare il tracciato. Uno di quei ragazzi si chiamava Didoni, un altro Perricelli: oro e argento mondiale a Göteborg. La marcia come riscatto, sacrificio e fatica si addice a Quarto Oggiaro. «Qui c’è un reticolo di associazio­ni che coinvolge un esercito di volontari e lo sport fa da collante», spiega Oldani.

Il Frigerio è una delle gare di marcia più accreditat­e, un trofeo che seleziona i futuri campioni. Non è stato facile riallestir­lo a Quarto Oggiaro dopo 45 anni, partendo da zero e andando a chiedere contributi con il cappello in mano. È già un successo il gesto di fratellanz­a tra Milano e la Cina, lo sport che unisce e crea amicizia. Domenica 23 febbraio ci sarà la stretta di mano fra Eleonora Giorgi, milanesiss­ima star della 50 chilometri e Liu Hong, campioness­a mondiale e olimpionic­a dei 20 chilometri. Intanto le adesioni continuano: l’ultima viene dalla Sicilia. Chissà che Pastorini e Damilano non trovino a Quarto Oggiaro un futuro grande campione.

Dopo 45 anni riportiamo il trofeo Frigerio a Quarto Oggiaro con una rete di volontari Lo sport è un collante Piero Oldani Organizzat­ore

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Sandro Damilano con gli atleti della nazionale cinese
Insieme Sandro Damilano con gli atleti della nazionale cinese

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