Quanto può vivere il virus sulle superfici e come vanno disinfettate
1 Quanto può vivere il coronavirus sulle superfici?
Il più recente studio in questo senso è una revisione di ventidue lavori pubblicata sul Journal of Hospital Infection, dove si raccolgono tutte le informazioni sulla persistenza dei coronavirus umani su superfici inanimate. Non riguarda direttamente il virus Covid-19.
2 I risultati dello studio possono applicarsi al Covid-19?
Dati sulla trasmissibilità attraverso il contatto con una superficie contaminata non sono disponibili per il Covid-19. L’analisi menzionata dice però che virus simili, come quello della Sars, della Mers o i coronavirus umani endemici (HCOV), possono rimanere infettivi sulle superfici a temperatura ambiente fino a 9 giorni. Verosimilmente è quanto può succedere al Covid-19, ma non ci sono evidenze.
3 Disinfettare le superfici è utile?
Basta anche una blanda disinfezione e in un minuto i virus vengono inattivati. Gli ambienti di vita e lavoro, ma soprattutto quelli assistenziali, vanno sempre detersi: in questo modo si bloccano le possibilità di trasmissione.
4 Come vanno disinfettati?
Ad esempio con alcol etilico (etanolo al 62-71%), acqua ossigenata (perossido di idrogeno allo 0,5%) o candeggina (ipoclorito di sodio allo 0,1%).
5 Dobbiamo preoccuparci di toccare gli oggetti?
Non ci sono dati sulla trasmissione in questo senso, ci si basa su altri virus. Il contagio avviene in presenza di persone infette tramite tosse e starnuti. Il virus entra nel corpo attraverso occhi, naso e bocca, quindi bisogna evitare di toccarli con mani sporche. La misura più efficace resta lavarsi le mani.
6 La comunità internazionale sta facendo tutto il possibile?
Sta facendo molto bene. Ma preoccupa che una commissione cinese abbia deciso in contraddizione con l’oms che le persone positive al test, ma asintomatiche, vengono segnalate come «casi negativi». Ciò porta a una seria sottovalutazione del rischio. I conteggi fatti in tal modo sono inaffidabili. È una misura che va stigmatizzata.
(Risposte a cura di Walter Ricciardi, professore di Igiene e medicina preventiva alla Cattolica di Roma e membro dell’executive board dell’oms)