UNA TENSIONE CHE NESSUNO SEMBRA IN GRADO DI CONTROLLARE
La Nota
Matteo Renzi aveva chiesto a Giuseppe Conte di mediare sulla prescrizione. Ma intanto ieri ha fatto votare Iv per la prima volta con le opposizioni, perdendo per due soli voti. La conseguenza inevitabile è che il governo potrebbe chiedergli di chiarire una volta per tutte se il suo partito vuole rimanere nella maggioranza o picconarla dall’interno, quasi fosse una «quinta colonna» dell’opposizione. Già ieri sera si era parlato di un intervento del premier Giuseppe Conte, annullato per non peggiorare le cose.
Rimane una tensione artificiosa quanto gonfia di rischi, dopo che il conflitto sembrava avviato sul binario morto di un rinvio di fatto. La sensazione è che il M5S e il Guardasigilli Alfonso Bonafede, contro il quale Iv ha minacciato una mozione di sfiducia, non vogliano cedere. E ieri Conte ha incontrato a lungo il presidente della Camera, Roberto Fico, per capire quali siano i veri numeri della maggioranza. E anche Nicola Zingaretti e il suo Pd hanno usato parole ultimative, imputando a Renzi di surrogare Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi come guastatori dell’esecutivo. Conte e Zingaretti cercano di contrapporre il richiamo alla lealtà a quella che ritengono «la strategia del bluff». L’obiettivo è di ridimensionare Renzi e verificare quanto la linea del «non mollo» e le minacce di sfiducie siano assecondate dai suoi. La volontà di arrivare a un chiarimento potrebbe però segnare un’accelerazione non scevra da rischi. Ma evidentemente, la prospettiva di proseguire la legislatura con un partito che ha un piede dentro e uno fuori dall’alleanza viene considerata troppo pericolosa. Logora l’esecutivo, e avvantaggia
I due fronti
Dopo il voto di Iv con le opposizioni, la maggioranza torna nell’incertezza Pd e Conte accusano Renzi di fare il gioco degli avversari
le opposizioni. La firma della Lega all’emendamento sulla prescrizione presentato da Iv e il voto di ieri in commissione sono considerati segnali sospetti. La mossa leghista tesa a spaccare la coalizione è stata usata come prova dell’ambiguità renziana. E ha insinuato il sospetto di manovre per fare cadere Conte. Sospetti tutti da verificare, che tra l’altro non tengono conto della determinazione del Quirinale a non sperimentare altre formule in questa legislatura. Ma il governo è troppo debole per potersi permettere gli smarcamenti a intermittenza di un alleato minore: sebbene sulla prescrizione il Pd abbia dato atto a Iv che alcune critiche alla sospensione della prescrizione, voluta dai grillini, hanno fondamento. La giustizia rimane uno spartiacque, e non è un buon segno. Oggi il Senato voterà l’autorizzazione a procedere per sequestro di persona contro Salvini per il blocco della nave dei migranti Gregoretti. E il probabile «sì» al processo, dopo le numerose contorsioni leghiste, aprirà nuove polemiche.
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