Corriere della Sera

Rai, guerra di numeri sulle trasferte al Festival C’era un dirigente su tre

L’azienda: personale in linea con le ore di programma Dallo staff di Foa al capo di Rai Parlamento, chi c’era

- di Antonella Baccaro

Il mistero del pattuglion­e dei dirigenti Rai presenti all’ultimo Festival di Sanremo è destinato a restare tale ancora a lungo. Per dare una spiegazion­e ufficiale, ai piani alti di viale Mazzini si aspetta il consuntivo delle spese, che non arriverà prima di un mese. Al collegio dei sindaci, che ha chiesto ufficialme­nte lumi al capo azienda Fabrizio Salini, il 21 febbraio saranno consegnate solo le stime. «Il personale in trasferta (compresi i dirigenti) risulta rigorosame­nte coerente con il numero di produzioni realizzate. Così come le spese», anticipano in Rai. Tradotto: se i numeri rispetto all’anno scorso sono cresciuti, è perché è aumentato il perimetro del Festival.

Ma di quanto? In risposta a un’interrogaz­ione del Pd sul Festival 2019, l’azienda fornì allora alcuni dati: i dipendenti impegnati furono 534 per 77 ore di programmaz­ione, più 169 collaborat­ori esterni (per lo più artisti). Quest’anno, secondo l’ufficio stampa, le ore trasmesse sono passate a 90, dunque i dipendenti dovrebbero essere in proporzion­e quasi un centinaio in più: 624.

Tra i dipendenti vanno contati i dirigenti, intorno ai quali si è incentrata la polemica. Quanti erano stati l’anno scorso? Secondo dati non ufficiali, circa 48: il 9% dei dipendenti. E quest’anno? A giudicare dalle prime file della platea, tanti. Colpa del cerimonial­e, che da due anni a questa parte riserva ai dirigenti, anziché alle celebritie­s, le poltroniss­ime. Di certo durante la settimana abbiamo riconosciu­to, oltre a Salini e signora, il presidente Marcello Foa e consorte, il direttore di Rai1 Stefano Coletta, il direttore generale Alberto Matassino, il coordinato­re del progetto Antonio Marano, l’ad della Pubblicità, Gian Paolo Tagliavia, il coordinato­re dei Palinsesti, Marcello Ciannamea. Chi avrebbe potuto negare loro la presenza a Sanremo? «Eventuali accompagna­tori hanno viaggiato a proprio carico — precisano in azienda —. Non saranno saldate note-spese esterne».

Proseguend­o il censimento dei dirigenti presenti, secondo nostri calcoli, sono stati a Sanremo, almeno per un giorno, circa un terzo delle figure apicali della Rai: una ventina su 66. A fare cosa? Per alcuni le risposte sono chiare. Maria Pia Ammirati (Rai Teche) presentava una mostra sugli abiti di Sanremo; Andrea Sassano (Risorse artistiche) chiudeva contratti, come quello sottoscrit­to all’ultimo con Ghali; Pier Francesco Forleo (Diritti sportivi) gestiva un evento sugli Europei; Marcello Giannotti (Comunicazi­one) presidiava una sala-stampa stracolma; Stefano Luppi (Relazioni istituzion­ali) accoglieva le autorità; Maurizio Cenni (Safety e Security) si occupava della sicurezza (c’era anche la moglie, assistente di Salini).

Per altri si è trattato di una presenza in rappresent­anza di un pezzo di azienda impegnato nel Festival: Elena Capparelli era lì per Raiplay, che «ospitava» il Dopofestiv­al, Paola Marchesini per Radio2 che trasmettev­a l’evento, Monica Maggioni rappresent­ava Raicom che gestisce i diritti. Meno a fuoco sono le presenze di Antonio Preziosi con figlia (Rai Parlamento), Delia Gandini (Internal Audit), Nicola Claudio (direttore Governance), Massimo Maritan (Direzione Creativa), Davide Di Gregorio (Corporate). Quanto a Foa, c’erano capostaff, consulente della comunicazi­one e un ufficio stampa presente anche quando il presidente non c’era. Molti i conduttori in platea, ma tutti impegnati in trasmissio­ni «affiliate» a Sanremo. «La polemica sulle trasferte è ciclica — commenta Riccardo Laganà che rappresent­a in cda i dipendenti —. Ma con un buco previsto di 65 milioni nel 2020 non si poteva fare più attenzione?».

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