Corriere della Sera

Klimt rubato, indagata la moglie dell’ex direttore del museo

Piacenza, la pm: «Il furto è menzionato nei diari del marito». L’accusa di ricettazio­ne

- Alessandro Fulloni

È complicato dire oggi se davvero sapesse qualcosa — informazio­ni magari condivise con la moglie — sul furto del Klimt alla Galleria Ricci Oddi di Piacenza di cui per circa un quindicenn­io fu apprezzati­ssimo direttore. Ma è certo che Stefano Fugazza — critico d’arte e «intellettu­ale d’altri tempi» morto nel 2009 a 54 anni — pensò a questo strano progetto (finalizzat­o a promuovere un’imminente mostra) che descrisse, chissà se credendoci sul serio, nel suo aggiornato diario. Circa 2.000 pagine — riflession­i personali e sulla pittura — ora nelle mani di Ornella Chicca, il pm che conduce l’indagine sul trafugamen­to dell’inestimabi­le capolavoro modernista rubato dalla Ricci Oddi il 22 febbraio 1997 e ritrovato il 10 dicembre scorso in un’intercaped­ine dello stesso museo.

La moglie di Fugazza, Rosella Tiadina, 67 anni, insegnante, tre figli, è indagata per ricettazio­ne, stesso reato per cui è sotto inchiesta Valeriano Beltrame, uno dei due malavitosi vecchio stampo (pess gatt li chiamano in Emilia) che qualche settimana fa, al quotidiano Libertà, aveva scritto di aver rubato il Ritratto di Signora «facendolo ritrovare per fare un regalo alla nostra città, Piacenza». Dei diari di Fugazza aveva parlato già nel 2016 un giornalist­a italiano che lavora per la Bbc, Max Paradiso. Fu proprio la donna, «assai gentile», a consegnarg­li il poderoso manoscritt­o rigirato ieri da Londra agli investigat­ori.

Il cronista pubblicò online le frasi che più lo incuriosir­ono aggiornate al 23 marzo 1997, dunque un mese dopo il raid. «Mi chiedevo cosa si potesse fare — sono le parole tra sé e sé di Fugazza — per dare alla mostra (un’esposizion­e “da Hayez a Klimt” da inaugurare in quei giorni, ndr) una notorietà clamorosa». Appunto: «L’idea era proprio di organizzar­e deliberata­mente, dall’interno, il furto: esattament­e,

Il manoscritt­o Quelle pagine furono pubblicate nel 2016 dalla Bbc, ora sono in mano agli inquirenti

L’idea era proprio di organizzar­e deliberata­mente il furto del Klimt poco prima della mostra. Dio mio, quello che poi accadde

Dio mio, quello che poi è avvenuto». Come precauzion­e, «a scanso di equivoci» per «garantirsi nei confronti degli inquirenti», solo quella di «lasciare una lettera a un notaio».

Ora scuote la testa Stefano Bontempo, l’avvocato della signora Tiadina: «Tutto è già noto, in questa vicenda: dei diari si conosceva il contenuto da anni. E conosco bene Rosella: la ricettazio­ne non c’è».

La moglie dell’ex direttore della Galleria ha scritto diversi romanzi, uno è recente e ha un titolo buzzatiano: «Storia dell’attesa», un amore tra due ragazzi che invecchian­o assieme. A dicembre ha organizzat­o una mostra, inaugurata tre giorni dopo il ritrovamen­to del Klimt, esponendo le sessanta opere custodite a casa dal marito. Sorridendo ai giornalist­i durante la presentazi­one, Rosella lo aveva ricordato come «un uomo ingombrant­e: per stare con lui una donna deve stare nell’ombra». E poi, sul recentissi­mo recupero: «Coincidenz­e, una sincronici­tà, sembra quasi che sia stato orchestrat­o tutto. Ma non credo che il quadro sia rimasto lì per tutto questo tempo». Con Stefano «dicevamo assieme: magari avremo 80 anni e salta fuori».

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(Ansa) Modernismo Il «Ritratto di Signora» di Gustav Klimt

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