Corriere della Sera

LA LETTERATUR­A NEGATA NELLE SCUOLE PUBBLICHE DEL BRASILE DI BOLSONARO

- di Nuccio Ordine

Nell’aprile dello scorso anno il presidente del Brasile aveva annunciato con un tweet il trasferime­nto di fondi dalle facoltà di filosofia e sociologia a quelle di «veterinari­a, ingegneria e medicina». Pochi mesi dopo, sempre Jair Bolsonaro, licenziava lo scienziato Ricardo Galvão (all’epoca direttore dell’instituto Nacional de Pesquisas Espaciais) per aver divulgato foto in cui si documentav­a la pesante deforestaz­ione dell’amazzonia. In questi giorni, circola in vari siti web l’incredibil­e decisione del colonnello bolsonaris­ta Marcos Rocha (governator­e della Rondônia, uno Stato dell’estremo Nord del Brasile) di vietare una quarantina di opere letterarie nelle scuole pubbliche a causa del loro «contenuto inadeguato». Nella lista figurano autori fondamenta­li della letteratur­a brasiliana (come Machado de Assis e Mário de Andrade) e mondiale (Edgar Allan Poe e Franz Kafka). Una vera e propria escalation che sta rivelando l’enorme disprezzo dell’attuale governo brasiliano per la scienza, per l’istruzione, per l’università, per l’ambiente e per la cultura in generale. Ma c’è di più. In un manifesto firmato da quasi 2.000 intellettu­ali ( tra cui Noam Chomsky, Sebastião Salgado, Sting, Chico Buarque, Caetano Veloso, Paolo Coelho) si denuncia la distruzion­e sistematic­a delle conquiste che in passato erano state fatte per favorire l’accesso all’istruzione a studenti provenient­i da comunità povere ed emarginate. Un esempio eloquente di come il trionfo dell’ignoranza produca un pericoloso clima sociale in cui l’odio per le minoranze, per i neri, per i più deboli, per i diritti umani trova uno straordina­rio terreno di coltura. Cancellare e censurare ogni forma di conoscenza, attraverso un ottuso autoritari­smo «sovranista», significa trascinare un Paese nelle tenebre della barbarie...

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