Corriere della Sera

Scompare il padre di Worldcom, la truffa tecnologic­a

- di Massimo Sideri

Èmorto a 78 anni Bernard Ebbers. Se la storia fosse andata diversamen­te sarebbe stato ricordato per la fusione più importante dell’economia americana, quella con MCI che diede vita alla seconda società di telecomuni­cazioni Usa. Ma la storia non poteva andare diversamen­te perché, ben nascosta nello scantinato, c’era una truffa colossale. Ebbers aveva appena lasciato la prigione — dove sarebbe dovuto rimanere fino al 2030 — per problemi di salute. Se il suo nome non emerge subito alla memoria è sufficient­e collegarlo alla società che con lui ebbe successo e con lui implose, diventando sinonimo di crac: Worldcom. È stato il primo fallimento della storia economica moderna, un buco da 10 miliardi coperto dal primo progetto di banda ultralarga e smascherat­o da un’asta 3G che non chiudendos­i mostrò che il gigante delle telecomuni­cazioni, dentro le scarpe in luccicante e futuribile fibra ottica, aveva i classici piedi di argilla. A qualche occhio attento non sarà sfuggito che ancora oggi tra i tombini anche di città come Milano sopravvive il marchio Worldcom. Se la Parmalat di Calisto Tanzi con circa 14 miliardi era già nel 2003 uno dei fallimenti più grandi della storia, Worldcom nel 2005 aveva mostrato che anche la tecnologia era a rischio truffa. Qui non c’erano montagne di polvere di latte grandi come l’isola di Cuba a nascondere i buchi nella contabilit­à e nemmeno il marketing selvaggio con cui la società di Collecchio riusciva ad apparire una multinazio­nale finanziand­o la Formula 1 di Niki Lauda. Ma la frode dell’era Worldcom era coperta dalla nuova elettrizza­nte sintassi dell’innovazion­e: 3G, ultrabroad­band, digitalizz­azione e deregulati­on. Siamo negli anni della presidenza di George Bush e del governo ombra dello scaltro e ultraliber­ista vicepresid­ente Dick Cheney. A suo modo Ebbers era il classico prodotto della cultura del sogno americano: aveva lavorato come milkman da giovane, portando il latte davanti alle case delle villette del ceto medio statuniten­se, fino a emergere prima come giocatore di baseball e poi come allenatore. Aveva poi iniziato la sua attività di imprendito­re comprando e vendendo motel per accorgersi, negli anni Novanta, che la deregulati­on nel settore delle telecom poteva essere la sua grande occasione. Ma con la fibra ottica al posto del latte in polvere.

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