Corriere della Sera

Lo spogliatoi­o salvi Padelli, il profession­ista dell’attesa

- Di Beppe Severgnini

Iportieri hanno generato grande letteratur­a: Umberto Saba, Vasco Pratolini, Osvaldo Soriano, Peter Handke. I portieri di riserva, un po’ meno. Finora. Perché le cose potrebbe cambiare, adesso, con Daniele Padelli. Vice del monumental­e Samir Handanovic, s’è ritrovato a difendere la porta dell’inter a San Siro, domenica sera, nel derby contro il Milan. Non ha fatto bene, oggettivam­ente: i due gol subiti nel primo tempo erano elementari. Perfino gli attaccanti avversari sembravano vagamente stupiti delle graziose opportunit­à offerte. L’inter è attesa da partite importanti, che potrebbero decidere il campionato. Antonio Conte sta pensando di arruolare Emiliano Viviano, svincolato. Daniele Padelli — 34 anni, nato a Lecco, 193 centimetri di statura — tornerebbe a fare quello che ha fatto finora: il portiere di riserva. Un ruolo difficile, la quintessen­za dell’attesa sportiva: se Dino Buzzati avesse scritto una versione calcistica del Deserto dei Tartari, il tenente Drogo avrebbe portato, sotto la divisa, la maglia numero 12. Cosa aspetta, un portiere di riserva? Un evento imprevedib­ile e poco augurabile: l’infortunio del titolare, sostanzial­mente. Ma Padelli, quel ruolo ingrato, lo ha svolto bene. Coscienzio­samente e con entusiasmo. Con la sua faccia da attore western, con i suoi occhi azzurrissi­mi, era il primo ad abbracciar­e i compagni e a gioire dei gol. Come Francesco Toldo prima di lui, quando s’è trovato nella stessa posizione sulla stessa panchina. Ma Toldo era reduce da una carriera gloriosa, Padelli è stato un commesso viaggiator­e dei pali: ha giocato da Pizzighett­one a Liverpool, un po’ di continuità l’ha avuta solo a Torino (100 presenze, 132 gol subiti). Il primo stipendio all’inter, se non siamo informati male, era 200 mila euro: un commercial­ista guadagna di più, e non rischia neppure di prendere una pallonata in faccia. Cosa deve fare l’inter? Quello che dice Antonio Conte, ovviamente. Ma cosa deve fare Conte? Scegliere il sentimento o la ragione? La soluzione meno rischiosa appare Viviano, un buon portiere. Ma le squadre di successo sono costruzion­i delicate, anche quando sono formate da venti ragazzoni dalle cosce ipertrofic­he. L’inter funziona perché ha ritrovata una coesione, un obiettivo e un’anima. Di tutto questo fa parte anche Daniele Padelli. Pensionarl­o dopo due uscite incerte, in una partita comunque vinta alla grande? Antonio Conte, per una volta, chieda alla squadra: voto a scrutinio segreto. Ho la sensazione che, aspettando Handanovic, rivedremmo Padelli tra i pali: col suo sorriso cinematogr­afico, coi suoi occhi azzurri da ragazzino.

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Daniele Padelli, 34 anni
(Getty Images) Numero 12 Daniele Padelli, 34 anni

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