Corriere della Sera

«Blitz» del ministro a Tripoli con l’offerta di 20 milioni di euro

Di Maio gioca la carta dei fondi per la cooperazio­ne per sbloccare la crisi libica. Oggi missione da Haftar

- Di Maurizio Caprara

Ristrettis­i i suoi margini di manovra politici da quando Turchia e Russia sono entrate in Libia con forze militari ufficiali e non, l’italia cerca di recuperare un ruolo incisivo offrendo danaro ad autorità locali.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è stato ieri a Tripoli dal primo ministro libico Fayez al Sarraj, che controlla quasi soltanto gran parte della capitale, e salvo imprevisti dovrebbe essere oggi a Bengasi dal suo nemico, il generale Khalifa Haftar, comandante del cosiddetto Esercito nazionale libico. È il segno di un intensific­arsi dell’attività diplomatic­a in vista della riunione di domenica prossima, a Monaco, nella quale un comitato internazio­nale tenterà di dare seguito agli impegni per raggiunger­e un cessate il fuoco duraturo in Libia, delineati dai 13 Paesi che il 19 gennaio avevano partecipat­o alla Conferenza di Berlino. Per l’italia è un cammino in affanno.

«Siamo pronti a stanziare nuovi fondi per la cooperazio­ne allo sviluppo, ci sono 20 milioni di euro per le municipali­tà», ha detto Di Maio a Tripoli al ministro dell’interno Fathi Bashaga. Il titolare della Farnesina, in sostanza, ha ipotizzato di mettere sul piatto del complesso gioco politicomi­litare in corso i quattro lotti di appalti che dovevano essere oggetto di bandi dal 2008 per costruire un’autostrada costiera dal confine della Libia con l’egitto a quello con la Tunisia. Le rivolte della primavera araba del 2011 e l’offensiva aerea della Nato che seguì alla feroce repression­e ordinata da Muhammar el Gheddafi bloccarono quei finanziame­nti, un piano per 1.700 chilometri di asfalto tratteggia­to per aziende italiane mentre a palazzo Chigi era Silvio Berlusconi.

Lo stesso Di Maio tuttavia su quei progetti ha dovuto ammettere: «Siamo disposti a riprenderl­i appena ci saranno le condizioni di sicurezza, ma per riportarle serve far rispettare l’embargo».

Per avere idea delle difficoltà, l’embargo delle forniture di armi straniere in Libia fu deciso dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con la risoluzion­e 1970 nel 2011. Più di otto anni fa. Il volume del fuoco scatenato da entrambe

L’intesa

● Il 9 febbraio la Farnesina ha annunciato di aver inviato al governo di Tripoli la richiesta di modificare il memorandum di intesa sui migranti

● Il memorandum è stato firmato il 2 febbraio 2017 e rinnovato automatica­mente quest’anno, per altri tre anni le parti da quando Haftar, il 4 aprile scorso, ha cominciato a cercare di assediare Tripoli ha reso ancora più evidente che le violazioni sono state e sono consistent­i. Secondo fonti dell’onu, scontri e artiglieri­a hanno causato oltre duemila morti .

L’offerta di Di Maio riguarda un futuro tranquillo che al momento non è all’orizzonte. Ad Haftar il ministro intende chiedere una rinuncia al blocco di porti che impedisce di esportare molto del petrolio libico. Ma quel blocco è una delle leve di potere più forti che il generale ha in mano.

Di Maio vuole convocare a Roma una riunione con «le municipali­tà libiche», ossia con i notabili di comunità che potrebbero avvantaggi­arsi del volume di affari. Mossa sensata. Di sicuro non basterà a recuperare lo spazio perduto.

@dbcdan

I progetti

Sul piatto ci sarebbero i quattro appalti per 1.700 chilometri di autostrada

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Luigi Di Maio a Tripoli con Fayez Sarraj
Strette di mano Luigi Di Maio a Tripoli con Fayez Sarraj
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