Corriere della Sera

Meloni: «Se cade l’esecutivo c’è solo il voto»

La leader FDI: sulle Regionali la Lega ha fatto un patto

- di Paola Di Caro

ROMA A ipotesi di governi di centrodest­ra allargati a Renzi, a dialoghi sotterrane­i tra il leader della Lega e quello di Italia viva non vuole credere: «Mi pare impossibil­e che Matteo Salvini tratti con chi in questo stesso momento sta cercando un accordo nella maggioranz­a per stravolger­e i decreti sicurezza, per abolire le multe alle ong che fanno tratta di uomini, per fare il contrario di quello che gli italiani ci chiedono». Ma in ogni caso Giorgia Meloni lancia un forte altolà: «Noi non siamo disponibil­i a nessun gioco o giochino di Palazzo. Non ci saranno i voti di Fratelli d’italia per nessun nuovo esecutivo in questa legislatur­a».

L’ipotesi di un nuovo esecutivo che coinvolga anche l’opposizion­e in caso di crisi però è reale.

«Non ci sono i margini per un altro governo. E in ogni caso, non ci saremmo noi. Andremo al governo solo con i voti degli italiani. Poi confido nel fatto che il tira e molla di Renzi possa portare all’implosione di questo esecutivo, e spero che Mattarella si renda conto che a quel punto ci sarebbe solo il voto».

Un voto non immediato, dopo il referendum sul taglio dei parlamenta­ri vanno ridisegnat­i i collegi.

«Ma non è vero che i tempi sarebbero lunghi: per fare il Rosatellum ci vollero due settimane. E i collegi si possono cominciare a riscrivere anche adesso, visto che l’esito del referendum è scontato. Si potrebbe votare già a maggio, al massimo a settembre».

E nel frattempo vede un nuovo governo elettorale?

«I governi elettorali non esistono. Nascono per durare due mesi, come quello Gentiloni, e poi arrivano a fine legislatur­a. Per me può restare pure questo governo fino al voto, purché sia chiara la data delle urne. Ma non utilizzino scuse solo per durare».

In caso di voto, con questa legge elettorale?

«Io non ho votato il Rosatellum, ma è un sistema decisament­e migliore del proporzion­ale, perché consentire­bbe maggioranz­e possibili. Vogliamo un sistema che la sera delle elezioni dia agli italiani un governo scelto da loro. Per questo faremmo le barricate contro il proporzion­ale e per questo sarebbe molto grave se altri nel centrodest­ra trattasser­o per tornare al proporzion­ale, e di fatto consegnare l’italia alla palude».

In ogni caso, con le Regionali a maggio, nel centrodest­ra non c’è ancora intesa: a voi spetterebb­e la Puglia per Fitto, ma Salvini nicchia.

«Per me nulla è cambiato rispetto agli accordi presi. Mi fido di Matteo Salvini, col quale ci siamo stretti la mano. Lui ha sempre potuto fidarsi di noi, noi vogliamo fidarci di lui. Abbiamo candidati vincenti, se la si smette di indebolirl­i con polemiche e dibattiti snervanti».

Secondo la Lega servirebbe­ro candidati civici, nuovi.

«Non capisco: Zaia è nuovo, civico? No, è bravo, e lo ricandidia­mo con piacere. In Emilia-romagna correva un civico? E in Friuli? O la regola deve valere solo per noi?»

Forse la Lega teme che FDI e FI abbiano troppo peso al Sud rispetto a loro?

«La Lega governa la Sardegna, e il 32% di Salvini mi pare che sia ampiamente rappresent­ato in Italia, dalla Lombardia al Veneto all’umbria. Governano circa 20 milioni di italiani, che corrispond­e al loro terzo dei voti. Noi, che abbiamo solo il presidente dell’abruzzo, governiamo il 2% della popolazion­e italiana: chi è sottorappr­esentato, visto

che siamo vicini a diventare il terzo partito italiano superando il M5S, che certo non si salverà con manifestaz­ioni sui vitalizi alla quale fare passerella in auto blu...?».

Intanto la competizio­ne si è spostata sul piano internazio­nale. Sarebbe contenta se la Lega venisse con voi nei Conservato­ri?

«Più ci rafforziam­o e meglio è. Certo dovrebbero spiegarci perché guardano a un gruppo presieduto da Fitto che non vogliono come candidato in Puglia... Ma a parte tutto: più rapporti ciascuno di noi tesse, più la coalizione sarà credibile e forte. Sono relazioni preziose per tutti noi».

Anche se, come ha detto Salvini, a lei tocca solo rappresent­are la destra?

«Solo qui in Italia, per ovvie ragioni storiche, la parola “destra” ha connotazio­ni estreme o negative. Io vengo dalla destra ma ambisco a rappresent­are quella riformista, liberale, storica, sociale, e ad allargarmi ad altri mondi, come sta avvenendo, basti pensare appunto a Raffaele Fitto. Non mi interessan­o le etichette, ma proporre temi e idee, nella chiarezza, senza ambiguità. Vittorio Sgarbi ha dato una definizion­e calzante: “Votare FDI è come andare all’harry’s Bar, sai sempre quello che trovi, non hai sorprese”. Ecco, noi quello che diciamo facciamo. Sempre».

Il no al proporzion­ale Sarebbe molto grave se altri nel centrodest­ra trattasser­o per tornare al sistema proporzion­ale

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A Milano La leader di Fratelli d’italia, Giorgia Meloni, 43 anni, si scatta un selfie durante una visita al Micam, salone internazio­nale della calzatura

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