Corriere della Sera

Cara bulla

- di Massimo Gramellini

Dopo essermi commosso con il video del padre siriano, emulo del Benigni de «La vita è bella», che trasforma il rumore delle bombe in un gioco per rassicurar­e la sua bambina, mi sono detto: e se anche per gli adulti il sorriso fosse l’unico antidoto efficace contro l’angoscia? Nella illuminant­e saga di Harry Potter, i mollicci sono creature magiche in grado di assumere la forma delle nostre paure. L’incantesim­o per disarmarli non è un maleficio, ma la parola «Riddikulus», che li degrada a qualcosa di buffo. Come sarebbe bello, ragionavo ripensando a quel papà-mago capace di trasformar­e le bombe nel pretesto per una risata, se anch’io riuscissi a sorridere dei pericoli assai meno deflagrant­i che incrocio lungo il cammino. Incassare lo sgarbo di un interlocut­ore o il messaggio di un odiatore e riderci sopra, invece di arrabbiarm­i. Vedere un politico che specula sulle paure della gente e, anziché trombonegg­iare contro di lui, dire «Riddikulus» e immaginarm­elo mentre ripete le sue smargiassa­te con un tutù addosso.

L’ironia è uno scudo pieno di crepe, obietterà qualcuno. Può darsi. Ma poi leggo di Flavia, la ragazzina di Cremona che all’anonima compagna che le aveva recapitato sul banco una minaccia di morte, non ha replicato con rabbia o spavento, ma col sorriso. In una lettera la chiama «cara bulla», la ringrazia per averle dato la carica e però le confessa che avrebbe di gran lunga preferito ricevere un cioccolati­no. Non posso fare a meno di ammirarla: lei conosce la magia.

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