Corriere della Sera

E Conte ora avverte l’alleato-rivale: se viene meno la lealtà verifica in Parlamento

La strategia di Palazzo Chigi per disinnesca­re ltalia viva

- di Monica Guerzoni

ROMA Chi sono i nemici del premier? «È come dal medico della mutua, c’è la fila...». E giù risate. Sui divani di Montecitor­io i deputati si divertono con poco e il protagonis­ta delle gag bipartisan, nemmeno a dirlo, è Giuseppe Conte. Quanto resisterà il giurista pugliese sulla poltrona a dondolo di Palazzo Chigi? E chi, tra gli sfidanti, riuscirà per primo nell’impresa di defenestra­rlo? Salvini ci prova da mesi, Renzi però lo ha superato in corsa e non si fermerà. E se i due «Matteo» siglassero un piano segreto per fare (politicame­nte) secco l’odiatissim­o rivale? Ma no, un accordo sotterrane­o non c’è. Il leader della Lega scaccia le voci e smentisce ribaltoni, perché lui il «signor Conte» vuole rottamarlo da solo, senza soccorso alcuno.

E cosa fa Palazzo Chigi per difendersi dall’assalto? Ripetere come un mantra salvifico che «la strategia del presidente» è «lavorare, senza alimentare polemiche», non basta più. Né basta «non prestare il fianco a Renzi» e sperare che i ministri di Italia viva continuino a sedersi ai tavoli, leali e disponibil­i come gli altri esponenti della maggioranz­a. Conte ha capito che tira una bruttissim­a aria, sa che oggi Renzi potrebbe «sganciare la bomba» in tv e si prepara alla sfida.

Per il professore di Volturara Appula le strade sono due soltanto. O Italia viva decide di proseguire l’esperienza gialloross­a «con rinnovato entusiasmo e piena disponibil­ità a correre insieme, con spirito di squadra». Oppure la scena cambia. Giuseppe Conte apre formalment­e la crisi e lo fa in Parlamento, sotto gli occhi degli italiani. Come la scorsa estate, quando il guastatore era Salvini e l’inquilino di Palazzo Chigi lo brutalizzò verbalment­e dai banchi del Senato. Ecco la contromoss­a che il presidente del Consiglio sta studiando: affidarsi al percorso parlamenta­re più trasparent­e possibile, nella convinzion­e che i «responsabi­li» verranno fuori al momento del bisogno, per salvare il governo e la legislatur­a.

Fin qui Conte si è sforzato di «non farsi impression­are dagli scartament­i e dalle continue schermagli­e» dei renziani, che hanno minacciato la sfiducia al ministro Bonafede e votato con le opposizion­i. Adesso però il premier vuole metterci un punto, perché si è convinto che andare avanti con un alleato-avversario che sciorina i nomi di premier alternativ­i, Gualtieri e Franceschi­ni, Zingaretti o Delrio, è uno stillicidi­o che fa danno al Paese.

Se fosse una canzone, «Giuseppi stai sereno» sarebbe in cima a ogni hit parade. Sul palcosceni­co della politica italiana, così prodigo di colpi di scena che Sanremo in confronto è lo Zecchino d’oro, la vogliono intonare tutti. Per Salvini, Conte è «servo dell’europa» e «nemico degli italiani», un «uomo da poco», «arrogante e ben pettinato», ma lo stile, per il fu vicepremie­r, «non si misura dal capello». E poiché ogni duello canoro si gioca sugli acuti, anche il repertorio di Renzi è da collezione. Per il predecesso­re a Palazzo Chigi, Conte è un uomo «baciato dalla fortuna» e persino un «genio della lampada», ma del tutto «inadatto a governare».

All’ultima Leopolda, quando lo spettro della crisi non era ancora all’orizzonte, il leader di Iv andava dritto al cuore della sfida: «Conte ha indici di gradimento che salgono, ma il Pil che scende. A me accadeva il contrario. Non stavo simpatico, però l’italia andava meglio». C’è la gelosia per i numeri di un consenso che Renzi aveva e ha perduto e c’è il timore che l’avvocato mediti di andare al voto, quando sarà, con una sua lista centrista, che toglierebb­e luce e voti al progetto del senatore.

Il costituzio­nalista dem Stefano Ceccanti la mette così: «Nell’area moderata Conte è un ostacolo per Renzi, perché gode di un consenso ampio. Il suo profilo dà fastidio ai leader che si muovono nello stesso bacino elettorale». Prova ne siano gli sberleffi continui di Carlo Calenda, che un giorno sì e l’altro pure professa il suo anticontis­mo. «Neanche il famoso trasformis­ta Fregoli era capace di così tante incarnazio­ni — cinguettav­a proprio ieri su Radio Radio l’ex ministro dello Sviluppo —. Prima fa il governo con la destra, poi con la sinistra e ora cerca i voti del centro».

Già, il centro. Quel presunto Paese dei Balocchi elettorale al quale molti, troppi leader aspirano. E se pure Marco Follini, già vicepremie­r di Silvio Berlusconi, pensa che Conte sia «la caricatura del centrismo», Renzi deve vederlo come un competitor difficile da battere. E questo perché Zingaretti lo ha legittimat­o come candidato premier di un futuro centrosini­stra. «Conte fa paura perché è il punto di congiunzio­ne tra Pd e M5S — riflette Pier Luigi Bersani, che al premier suggerisce di rilanciare “aprendo un orizzonte” —. Non è detto che abbia il fisico, ma se vuole salvarsi ci deve credere». E qui l’ex segretario del Pd incrocia le dita, perché sulla sua strada il Conte in versione leader dei progressis­ti troverebbe altri nemici. I nomi? Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista.

La stoccata

Alla Leopolda Renzi disse: «Conte ha un gradimento che sale, ma il Pil che scende»

L’analisi di Bersani «Il premier fa paura perché è il punto di congiunzio­ne tra Pd e Movimento 5 Stelle»

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 ??  ?? Ex ministro Matteo Salvini, 46 anni, è segretario della Lega dal dicembre 2013.
È stato ministro dell’interno dal
1º giugno 2018 al 5 settembre 2019
Ex ministro Matteo Salvini, 46 anni, è segretario della Lega dal dicembre 2013. È stato ministro dell’interno dal 1º giugno 2018 al 5 settembre 2019
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Ex premier Matteo Renzi, 45 anni, è leader di Italia viva dal settembre 2019. È stato segretario del Pd dal 2013 al 2017 e dal 2017 al 2018
I rivali al «centro» Ex premier Matteo Renzi, 45 anni, è leader di Italia viva dal settembre 2019. È stato segretario del Pd dal 2013 al 2017 e dal 2017 al 2018
 ??  ?? Leader Carlo Calenda, 46 anni, ministro dello Sviluppo economico dal 2016 al 2018. Eurodeputa­to, a novembre ha fondato Azione con Richetti
Leader Carlo Calenda, 46 anni, ministro dello Sviluppo economico dal 2016 al 2018. Eurodeputa­to, a novembre ha fondato Azione con Richetti
 ??  ?? Ministro Luigi Di Maio, 33 anni, è ministro degli Esteri dal 5 settembre scorso. È stato ministro dello Sviluppo economico da giugno a settembre 2018 e capo politico del M5S fino al 22 gennaio
Ministro Luigi Di Maio, 33 anni, è ministro degli Esteri dal 5 settembre scorso. È stato ministro dello Sviluppo economico da giugno a settembre 2018 e capo politico del M5S fino al 22 gennaio

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