Corriere della Sera

«Ecco le mie condizioni» Renzi pronto allo strappo E incassa due nuovi arrivi

L’ex premier stasera in tv in un clima da resa dei conti

- di Tommaso Labate

ROMA «Ma io, da perdere, che cosa ho? Sai, uno dice “stai al cinquanta per cento e se fai questo o quello rischi di finire al cinque”. Io ci sto già, al cinque». Questo pensiero, confessato a voce alta agli amici più stretti, non l’ha mai abbandonat­o negli ultimi giorni. Giorni in cui si pensava che il suo fosse un bluff improntato al tatticismo più esasperato senza neanche uno straccio di strategia. E invece la strategia, in testa, Matteo Renzi ce l’ha sempre avuta. Una missione ancora impossibil­e, mandare a casa Giuseppe Conte e sostituirl­o con un esponente del Pd o anche del M5S. Tutto per cancellare dalla cartina geografica di Palazzo Chigi l’avvocato pugliese, avversario temuto soprattutt­o per i sondaggi di popolarità sempre molto alti e per quelle voci di una lista Conte che nello scacchiere elettorale complicher­ebbe ulteriorme­nte la strada di Italia viva.

Da questa sera, quando si siederà sulla poltroncin­a bianca di Porta a Porta, tutto sarà tolto dal «dietro le quinte» e portato sul proscenio. A meno di colpi di scena dell’ultimo secondo, figli di una trattativa tra ambasciato­ri che continuerà anche questa mattina, di fronte a Bruno Vespa Renzi servirà la sua mozione di sfiducia al presidente del Consiglio. Fingerà di tendergli una mano, subordinan­do la rinnovata adesione di Italia viva alla maggioranz­a a condizioni improponib­ili, tanto per lui quanto per il M5S. Il ritiro del ddl sulla prescrizio­ne, ovviamente. Ma potrebbe essere solo la punta dell’iceberg. Stasera Renzi potrebbe tirar fuori dal cilindro anche la cancellazi­one del reddito di cittadinan­za, forse persino la revisione della Quota 100. Condizioni capestro, insomma. Irricevibi­li.

Un minuto dopo, la presenza di Italia viva nella maggioranz­a diventerà solo virtuale. Come virtuale potrebbe diventare la permanenza delle ministre renziane Teresa Bellanova ed Elena Bonetti nell’esecutivo. Raccontano che le due abbiano provato a resistere rispetto a uno scenario da resa dei conti. Inutilment­e, pare. «Conte e compagnia non hanno i numeri per continuare ad andare avanti così senza di noi», ha scandito l’ex premier tornando in Italia dal Pakistan. Alle 21.30 di ieri, poi, s’è accomodato in un ristorante di Trastevere, scelto dall’uomo-macchina Luciano Nobili, assieme ai suoi parlamenta­ri. Il rischio che qualcuno lo abbandoni in extremis c’è ancora, ovviamente; ma ci sono i nuovi arrivi, intanto. Tommaso Cerno arriva dal gruppo del Pd e la sua è una presenza di peso, visto che sta a Palazzo Madama. Alla Camera, da Leu, aderisce Michela Rostan.

Dopo l’affondo di oggi, la palla starà nelle mani di Conte. Il gruppo dei Responsabi­li pronto a sostenerlo c’è, sia alla Camera che al Senato. «E a questo punto noi ce ne andiamo all’opposizion­e», ha già chiarito il leader di Iv. Le smentite rispetto ai rapporti con Salvini non reggono. Almeno dentro Forza Italia, dove fior di berlusconi­ani sono convinti che «Matteo punta a sostituirc­i con l’altro Matteo».

«Fidatevi, la nostra è una partita win win», ha insistito

Renzi coi suoi. Nasce il Conte ter coi Responsabi­li? «Facciamo una bella opposizion­e», ha spiegato. Conte, nel passaggio a una nuova maggioranz­a, perde il sostegno di Di Maio e di una parte del Cinquestel­le? «Allora abbiamo stravinto». Certo, come in tutti i mazzi, c’è anche la carta che perde. E cioè che, da Palazzo Chigi, riescano a sottrarre a Renzi i suoi parlamenta­ri. «Finora non ce l’hanno fatta», argomenta lui. Ma domani è un altro giorno. La legislatur­a è pronta per l’ennesimo colpo di scena.

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Su Twitter Matteo Renzi ieri in Aula. Ha ironizzato su chi ha detto che per sciare saltava i lavori parlamenta­ri

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