De Luca non molla e cerca le Sardine Che lo gelano: divisivo, si faccia di lato
Ancora stallo per la candidatura in Campania. Costa: io a disposizione
NAPOLI C’è stupore anche tra gli esegeti del pensiero deluchiano. A memoria l’eretico governatore campano Vincenzo De Luca mai aveva chiesto un confronto e legittimato come interlocutore politico un possibile avversario. Lo fa con un post pubblico indirizzato alle Sardine, a Napoli da giorni per organizzare gli Stati generali di marzo a Scampia e il flash mob in piazza Dante per il lavoro e contro Matteo Salvini, che è a un paio di chilometri di distanza, nel teatro Augusteo.
D’altronde in mezza giornata il quadro già complesso delle candidature in Campania è mutato completamente: il M5S ha calato l’asso Sergio Costa, la direzione regionale del Pd ha dato il via libera a De Luca, ma ha anche aperto ai grillini, le Sardine hanno definito la candidatura del presidente uscente «divisiva» e auspicato un nome condiviso dal campo largo progressista (grillini e sostenitori di de Magistris compresi). «Leggo le dichiarazioni di Mattia Santori sulle candidature “divisive” — scrive —. Anche le Sardine sono state “divisive” a Bologna, quando si sono opposte ai rigurgiti di razzismo e di antisemitismo e al linguaggio violento che dilaga. Anche papa Francesco è “divisivo” quando parla di ambiente, di Amazzonia, di povertà. Figuriamoci la Campania; qui è divisivo chi usa parole chiare e parla con i fatti». E giù con l’elenco delle cose fatte in Regione in antitesi all’immobilismo comunale del sindaco de Magistris, che però è suo alleato alle suppletive di domenica nel collegio senatoriale di Napoli. «So che ci sarà una iniziativa delle Sardine a Scampia — conclude —. Se si ritiene può essere un’occasione importante per un confronto di merito, a partire dalla conoscenza piena della realtà regionale, oltre il “sentito dire”».
Poche ore e arriva la risposta delle Sardine, riunite in assemblea regionale con due dei leader nazionali, Mattia Santori e Maurizio Tarantino: «Abbiamo affermato che la figura e non la persona di De Luca è divisiva. Abbiamo molto da ridire sul linguaggio spesso adottato dal presidente della Campania. Quello che ci preme ribadire è la richiesta di un atto di generosità da parte di De Luca, nel fare un passo di lato e mettersi a disposizione di un processo unitario». Insomma, porta chiusa. Nel caos generale cinguetta anche il ministro dell’ambiente lanciato nell’agone dalla capogruppo M5S Valeria Ciarambino. «Da uomo dello Stato — scrive Costa — sono sempre a disposizione della mia terra. Credo che il cambiamento passi per un più ampio coinvolgimento. Vedremo se ci saranno le condizioni». Dunque è disponibile se c’è una larga convergenza. E butta la palla, di nuovo, nel campo del Pd. Ora tocca ai vertici nazionali dei dem sedersi e trattare. Sul tavolo ci sono De Luca e Costa. Potrebbe uscire il nome del superamento? Un papabile resta un altro ministro, quello dell’università, Gaetano Manfredi. Ma se ne parla dopo il voto di domenica. Lo dice Dario Franceschini: «Il ministro Costa governatore della Campania? Ci sono le elezioni (suppletive) in mezzo, bisogna vedere chi le vince». Nel collegio senatoriale napoletano i 5 Stelle, neanche un anno fa, hanno raggiunto la percentuale più alta in Italia, il 53%. Perderlo, cambierebbe i pesi tra le due forze alleate di governo. Il Pd, con de Magistris (che però apre a Costa, «figura che può unire»), punta sul giornalista Sandro Ruotolo.