Corriere della Sera

Il ruolo ambiguo di Branco, l’avvocato «manipolato­re» che odia l’élite (e ne fa parte)

Consiglier­e della coppia arrestata per i video sexy del candidato È cresciuto nel bel mondo parigino ma denuncia «l’oligarchia»

- Dal nostro corrispond­ente a Parigi Stefano Montefiori (Afp)

Al centro del caso Griveaux c’è Juan Branco, giovane, brillante e petulante avvocato vicino a Julian Assange e ai gilet gialli, capace di denunciare indignato «l’oligarchia» di Macron e «le grandi feste che Jacques Attali è solito organizzar­e nella sua immensa casa di Neuilly», senza provare imbarazzo quando lui stesso dà un riceviment­o di Capodanno 2019 nello sterminato appartamen­to della fidanzata proprio sopra al Café de Flore, nel cuore del quartiere Saint-germain-des-prés, tanto disprezzat­o quanto frequentat­o sin dall’infanzia.

A quella festa c’erano anche, invitati da Branco, l’artista russo Piotr Pavlenski e la sua compagna Alexandra de Taddeo, la coppia arrestata sabato e da ieri sotto inchiesta per avere diffuso online i video intimi di Benjamin Griveaux, ormai ex candidato macronista a sindaco di Parigi.

Quella serata di Capodanno finì male perché l’esuberante Pavlenski dopo un diverbio accoltellò due ospiti : uno con la lama piantata nella gamba, l’altro sfregiato su tutto il volto. Niente comunque che potesse intaccare l’amicizia e la comune visione del mondo di Piotr, Alexandra e Juan, il trio idealista-situazioni­sta-estremista in lotta contro le élite pur facendone parte.

L’avvocato figlio del produttore cinematogr­afico portoghese Paulo Branco (film di David Cronenberg, Valeria Bruni Tedeschi, Fanny Ardant, Wim Wenders, tra gli altri) e della psicanalis­ta spagnola Dolores López ha dato anche alcuni consigli legali alla coppia prima che l’«azione militante contro l’ipocrisia dei politici difensori della famiglia» venisse eseguita.

Legale star Qui sopra, l’avvocato Juan Branco: difendeva l’artista Piotr Pavlenski, ma per «conflitto di interesse» ha dovuto lasciare l’incarico

Giovedì scorso Pavlenski ha diffuso su Internet le immagini dell’ex portavoce del governo Griveaux che nel maggio 2018 si masturbava e mandava i video alla studentess­a Alexandra de Taddeo. Poi Pavlenski ha preteso per giorni che il suo legale nella vicenda fosse l’amico Branco, infine si è rassegnato alle obiezioni di conflitto di interesse e ha accettato, a malincuore, che a difenderlo sia l’avvocato Yassine Bouzrou, sotto la regia dell’imprescind­ibile Juan.

Juan Branco detesta Griveaux, era lì e ha esultato quando nel gennaio 2019 i gilet gialli hanno sfondato il portone del suo ministero con un carrello elevatore. Lo considera «un pilastro del regime attuale», che secondo lui è una

● Sotto, Piotr Pavlenski, il «performanc­eartist» russo che ha messo online il materiale sul sito Pornopolit­ique.com sorta di autocrazia sanguinari­a (anche se 20 milioni di francesi hanno votato Macron neanche tre anni fa).

Branco detesta Griveaux ma il vero obiettivo è il presidente Macron, già bersaglio del suo fortunato pamphlet «Crépuscule». Eppure il 30enne avvocato a suo modo assomiglia al più grande nemico, perché è un altro campione della formula «allo stesso tempo» che portò Macron all’eliseo. Se Macron non temeva di dichiarars­i «di destra e allo stesso tempo di sinistra», Branco si lagna di essere boicottato dai media e allo stesso tempo è su tutte le radio e le tv; ha frequentat­o l’ultra-chic École alsacienne di Parigi, Sciences Po e Yale negli Usa e allo stesso tempo denuncia i privilegi di classe dei suoi ex compagni; ha mosso i primi passi in politica con il premier di destra Dominique de Villepin sfruttando­ne l’amicizia con la madre, poi con la ministra socialista Aurélie Filippetti — che lo giudica «un grande manipolato­re» — e allo stesso critica le conventico­le parigine. Partecipa a una corsa di cavalli nel deserto su invito dello sceicco di Abu Dhabi, e allo stesso tempo si proclama difensore della povera gente dimenticat­a dai ricchi. Critica la spettacola­rizzazione della politica, e allo stesso tempo incassa l’appoggio della star di «Baywatch» Pamela Anderson.

Ma a differenza di Macron, Branco non sorride, mai. E quanto a consideraz­ione di sé, supera di gran lunga il capo dello Stato. In compenso sa sdrammatiz­zare: «La Storia lascerà a ciascuno il compito di giudicare dei suoi atti», ha proclamato con la consueta leggerezza, ieri sera, uscendo dal tribunale.

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● Sopra, Alexandra de Taddeo, la donna cui Griveaux mandava i video intimi
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