Le liti ad alta quota per i sedili reclinabili
In aereo spazi sempre più stretti. Un video (virale) riaccende il dibattito
Tre settimane dopo il fatto la giuria social non ha ancora raggiunto un verdetto. Nella diatriba tra i «reclinatori» del sedile e quelli contrari la bilancia resta in equilibrio.
Un filmato di 45 secondi postato su Twitter — e visto oltre 1,3 milioni di volte — continua a far discutere. Nel video-selfie Wendi Williams si riprende con lo smartphone mentre dietro un passeggero non identificato scuote il suo poggiatesta. Una, due, nove volte. Il motivo? «Si è arrabbiato perché ho reclinato lo schienale e ha smesso soltanto quando si è accorto che lo stavo filmando», racconta lei.
La vicenda è accaduta il 31 gennaio su un volo di un’ora e mezza da New Orleans a Charlotte, Carolina del Nord. I protagonisti sono seduti nelle ultime due file di un Embraer E175 di Republic Airways che vola per conto di American Airlines. La penultima fila è reclinabile, quella successiva no a causa di una parete. Secondo il sito ufficiale in mezzo ci sono 76,2 centimetri di distanza — gli stessi offerti dai Boeing 737 di Ryanair — e quando Wendi ha inclinato il sedile se ne sono andati via circa dieci centimetri.
La donna aveva il diritto di farlo o ha fatto bene l’individuo dietro di lei a protestare in quel modo? Il dibattito è aperto. E acceso. A bordo, ha svelato la viaggiatrice, l’assistente di volo Loretta ha redarguito lei e «premiato» lui con un bicchiere di superalcolico. American Airlines fa sapere di aver aperto un’istruttoria sulla vicenda. Su Internet c’è chi difende Wendi. «I sedili sono reclinabili per un motivo — scrive un utente su Twitter —, se finisci per sederti nell’ultima fila sai che non puoi reclinare: se non ti va bene allora spendi qualcosa di più per scegliere il posto». Altri l’attaccano. «L’atteggiamento dell’uomo sarà pure infantile — ha cinguettato un altro —, ma Wendi ha approfittato della sua situazione privilegiata».
L’incidente non è confinato agli Stati Uniti. Anche in Europa — confermano al Corriere cinque compagnie contattate di recente — ogni giorno vengono comunicate tra 2 e 17 «frizioni» tra i passeggeri. Poi ci sono quelle non riportate dal personale di volo.
A bordo si litiga sempre di più. Una causa — al netto dello