Elena Mirò: e noi ora vestiamo tutte

Sotto le volte affrescate di Palazzo Clerici gli studenti della Accademia di Belle arti di Como dipingono foglie sulle sahariane smanicate.

Si spengono le luci ed escono le modelle: sfilano con il trench di pelle indossato sulle tuniche in jersey, le gonne fruscianti portate con il blazer maschile. Vanessa Incontrada (fino ad oggi) volto e stilista di Elena Mirò — gonna portafogli al polpaccio e polo in maglina infilata nella cintura — esce a prendersi l’ovazione accompagnata da Roberto Baracco, direttore creativo del Gruppo Miroglio, con il quale ha collaborato per la creazione della capsule primavera-estate nei negozi già da marzo. I toni sono quelli del Nord Africa: desertico e coloniale, beige, marron fino ai bruciati e i verdi. Il richiamo è agli Anni 90, «per una donna moderna e mai leziosa che predilige il monocolore, tocco rassicurante», e semmai gioca sui contrasti dei materiali: la gonnapantalone abbinata alla blusa trasparente.

La nuova parola è inclusività. «Un concetto che ci appartiene, ma che ora incide sul restyling dei negozi — racconta Martino Boselli, brand director —. Vogliamo includere le taglie più piccole: oggi arriviamo alla 44 ma già dalle prossime stagioni puntiamo a 40 e 42». E il 2019 è stato il migliore di sempre in termine di vendite nei 180 negozi (il 60% in Italia). Dopo la Russia, lo sviluppo è previsto in Germania e Medio Oriente.